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Cronaca 11:12 | 25/01/2022 - Rimini

Commercio e turismo: preoccupazione di Confesercenti

Il presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini, interviene sui temi del nuovo Dpcm, commercio e turismo. 

“Dopo due anni di pandemia e di regole contraddittorie tra loro, sfornate ogni settimana, periodi di chiusura e l’aumento di costi per le bollette, i commercianti sono allo stremo. Ci si attende un recupero di incassi dalle vendite in sconto ma con le nuove regole, a volte incoerenti tra di loro, l'obiettivo verrà mancato. Un’iniquità nel trattamento delle varie merceologie e un’incoerenza, ad esempio, c’è quando si è stilata la lista degli esercizi dove si potrà entrare senza green pass base, stabilendo cosa è considerato di prima necessità per la persona oppure no. Sono state escluse le tabaccherie dove si vendono anche valori bollati, le scarpe e l'abbigliamento non sono stati inseriti tra i bisogni primari. Un altro esempio sono i centri commerciali, dove si può andare all'interno dell'alimentare, che poi vende di tutto, senza green pass; mentre i negozi che si trovano all'interno della stessa galleria devono chiedere la certificazione verde. Nelle chiese si entra senza green pass, mentre negli uffici postali per ritirare la pensione ci vuole. 

Nei piccoli esercizi commercialigli acquirenti sono sempre meno, non c'è certamente assembramento, ma il risultato delle nuove regole è creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi. Sono tra coloro che più soffrono la crisi e che vengono gravati di continui oneri, non ultimo quello delle verifiche del green pass ai clienti.

Per quanto riguarda il turismosiamo preoccupatissimi per la prossima stagione. Occorre darci una regolata, mentre l'Europa va da un'altra parte, in Italia continuiamo sulla strada dei Dpcm con regole che da altri paesi sono considerate superate. Parliamo inoltre di sport all'aria aperta, per il quale la normativa prevede l'obbligo di green pass sopra i 12 anni solo per entrare in un campo di calcio. Ripeto, si tratta di impianti all'aperto, nei quali è necessaria la certificazione verde ai ragazzi, magari gli stessi che qualche ora prima sono stati nella stessa classe a scuola. Sul vaccino non decidono i minorenni, quindi non possiamo far ricadere le scelte degli adulti su di loro. Sui giovani si fanno tanti proclami per cercare di risolvere le loro problematiche, invece nel concreto dopo 2 anni di pandemia non si fa altro che accentuare le loro problematiche e il disagio psicologico”.