Si sono chiuse ieri a San Patrignano le riprese del cortometraggio realizzato dai ragazzi e dalle ragazze che hanno partecipato al progetto Sanpa Cine Lab, ideato e portato avanti in comunità dal regista e attore Paolo Ruffini. Cinque giorni intensi di lavoro, da venerdì a martedì, dalla mattina alla sera, a conclusione di un lavoro iniziato a gennaio, dove 28 ragazzi della comunità si sono ritrovati prima a studiare e poi mettere in pratica quanto appreso sulla settima arte, con l’obiettivo finale di dar vita ad un cortometraggio da presentare al Giffoni Film Festival. “Al momento abbiamo due possibili titoli e saranno i ragazzi stessi a scegliere quello definitivo. Ma, titolo a parte, son convinto che il corto sarà molto bello - ha spiegato Paolo Ruffini - Ho visto dei talenti recitativi e tecnici incredibili. I ragazzi non volevano parlare di dipendenza e di droga, e così hanno scelto di raccontare quattro storie d’amore incrociate, una fra un ragazzo e un cane, una storia d’amore interrotto, con un ragazzo che scrive una lettera alla donna più importante della sua vita, quella di un ragazzo minorenne che non riesce ad amare sé stesso ed una storia d’amore vera fra due ragazzi”.
Il progetto, trasformato in realtà dal lavoro congiunto della Vera Film di Paolo Ruffini e dell’equipe tecnica di Morgana Studio e Filippo Genovese, è stato davvero una scommessa da parte della comunità, visto che nessuno dei ragazzi in percorso aveva mai partecipato ad una produzione cinematografica: “L’anomalia di questo laboratorio è stata proprio che tutte le figure professionali all’interno del sistema cinematografico sono state coperte da ragazzi in percorso. C’erano dei tutor professionisti, ma i protagonisti di questo lavoro sono stati davvero i ragazzi. Il direttore della fotografia è stato Valentino, un ragazzo di 20 anni che ha mosso davvero la macchina da presa, cosa che nel mondo del cinema si fa solitamente dopo due anni. Qua è successo tutto nell’arco di cinque giorni. E, come Valentino, tutti i ragazzi hanno ricoperto alla perfezione il loro ruolo”.
Per i cinque giorni di riprese il gruppo di ragazzi partecipanti al progetto si è allargato alle sessanta unità, per coprire tutti i ruoli che servono per un’attività di questo tipo: dai parrucchieri ai truccatori, dagli elettricisti alle comparse. “Prima di iniziare le riprese abbiamo tutti indossato una maglietta creata per l’occasione con la scritta sulla schiena ‘meritiamocelo’ riferito all’incredibile occasione che i ragazzi stavano vivendo. Era un invito a tutti loro a dare il massimo e ci sono riusciti alla prefazione. Quando sono entrati in comunità non potevano prevedere di far parte di una troupe e invece sono stati catapultati in un sistema magico dove ogni singola persona è stata fondamentale. Dai registi agli attori, passando per aiuto registi e direttore della fotografia, fino ad arrivare ai truccatori e agli assistenti di produzione, abbiamo trasferito al cinema la forma mentis della comunità, dove ogni singolo gesto ha un valore. Il bello è stato trovare un coinvolgimento, una spontaneità, quasi una sacralità che io non ho trovato in molte altre situazioni”.
Giorni di riprese che si sono conclusi con la consegna dei diplomi per ogni ragazzo, un momento molto emozionante per tutti i partecipanti, come ha sottolineato lo stesso Ruffini: “Qui ho trovato un senso di umanità, solidarietà, unione partecipazione, rispetto del lavoro dell’altro di educazione al lavoro che non sempre è facile trovare”.
Appuntamento quindi al Giffoni Film Festival per la proiezione del cortometraggio.