La Suprema Corte di Cassazione ha reso note le motivazioni della conferma dei sequestri dei beni nei confronti degli ex amministratori coinvolti nel crac di Aeradria. Tranne che per l’ex presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali per il quale dovrà pronunciarsi il tribunale del Riesame, gli altri, come noto, si sono eranoconfermare dalla Suprema Corte di Cassazione, il sequestro cautelativo dei beni per un importo complessivo di 650mila euro. Furono respinti i ricorsi presentati, attraverso i rispettivi legali, dall’ex sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, dall’attuale sindaco di Rimini e presidente della Provincia di Rimini Andrea Gnassi, dal presidente della Fiera di Rimini Lorenzo Cagnoni, dall’ex presidente della Provincia di Rimini Nando Fabbri, dall’ex presidente della Camera di Commercio di Rimini Manlio Maggioli, dall’ex presidente del cda di Aeradria Massimo Masini e dagli amministratori Massimo Vannucci e Alessandro Giorgetti.
Unico ricorso accolto, come detto, quello di Vitali nei confronti del quale è stato riconosciuto che il reato è stato consumato negli anni 2006 e 2007 mentre egli è divenuto presidente della Provincia nel 2009. Il difetto di motivazione sarà ora al centro della decisione del Riesame che potrà valutare anche altre motivazioni.
La vicenda, come noto, riguarda il rapporto tra la ex società di gestione dell’aeroporto di Rimini e San Marino (Aeradria) e la compagnia aerea britannica Ryanair. La Cassazione, come ricorda il sito www.belligea.it, ha anche stabilito che il reato di truffa si è consumato con l’ultima tranche di pagamento avvenuta nel febbraio 2012 e non alla stipula del contratto.
Quanto possa incidere questa decisione della Cassazione sul processo che inizierà a maggio davanti al Tribunale di Rimini è argomento ancora tutto da chiarire.