Iniziato oggi al Palacongressi di Rimini il 49° Congresso nazionale dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), con oltre mille professionisti che si tratterranno sul territorio fino a martedì 1 marzo.
“L’evento di Rimini vuole riannodare idealmente quanto avvenuto in questi due anni nei quali, come mai fino ad oggi, la comunità sanitaria si è trovata a fronteggiare una pandemia così aggressiva, con le problematiche conclamate della Microbiologia - commenta Pierangelo Clerici, presidente Amcli e direttore Uo Microbiologia Asst Ovest Milanese - Penso alle infezioni materno fetali, al trattamento di pazienti immunocompromessi e di pazienti fragili, alle infezioni nel paziente trapiantato, a quelle respiratorie fino alla grave minaccia delle infezioni sostenute da microrganismi antibiotico resistenti. Tutte problematiche che in questi due anni sono state faticosamente gestite e che, in un contesto di ritorno alla normalità, debbono tornare al centro delle attività della Microbiologia clinica. Il nostro congresso è uno dei primi a svolgersi nuovamente in presenza. Spero emerga la consapevolezza del ruolo che i microbiologi hanno avuto nell’affrontare la pandemia, operando in urgenza come molti e fronteggiando una carenza strutturale di organici (in molti casi meno del 30% del personale) grazie al sacrificio e all’impegno di tutti. Solo così siamo stati in grado di trasformare in h24 il servizio di analisi dei tamponi e referto”.
Durante il congresso si discuterà anche di riorganizzazione della sanità alla luce delle risorse previste nel Pnrr. Un’opportunità da non perdere, nell’ottica di un disegno che miri all’autosufficienza dei dispositivi e a una struttura organizzativa territoriale disegnata e pronta ad attivarsi tempestivamente. A riguardo, la scienza evidenzia come si sia ridotto lo spazio temporale in cui pericolosi patogeni effettuano il salto di specie e divengono potenziali gravissime minacce per la salute mondiale.