Decreto sicurezza, il dibattito è acceso e a livello nazionale ne stanno succedendo di tutti i colori. L’eco, ovviamente, rimbalza a livello locale e merita di essere approfondita. Il sindaco di Coriano Domenica Spinelli parte da lontano, da quando quasi 7 anni fa vinse le sue prime elezioni comunali.
“Sono sindaco dal 2012, al secondo mandato, quindi ho quella esperienza che mi ha consentito negli anni di osservare come si stiano evolvendo non solo la società ma anche la politica, i politici e le istituzioni. Di solito quando si è eletti la prima frase da sindaco è: “sarò il sindaco di tutti”, la seconda è “da oggi sono istituzione quindi al primo posto rispetto istituzionale e rispetto delle leggi”. Da quando si è insediato questo governo (premetto non ho nessuna iscrizione a nessun partito o movimento) assistiamo a prese di posizione gravissime da parte di molti miei colleghi. Ne è esempio quanto sta accadendo nei confronti del decreto Salvini sull’immigrazione. 1) Siamo in uno stato di diritto; 2) Il parlamento ha la funzione di scrivere le legge; 3) Esistono organi competenti per verificare la costituzionalità delle norme.
Ma non tutti hanno chiari questi concetti…
“Noi uomini e donne delle istituzioni, in primis sindaci, siamo chiamati ad applicare le leggi senza interferenze ideologiche. Personalmente rimango basita dalla miopia di chi, essendo anche punto di riferimento dei propri cittadini e della società, possa in questa fase storica delicata, fomentare divisioni addirittura eleggendosi sindaci ribelli”.
Una forzatura?
“Ogni azione di un sindaco crea degli impatti quindi è cosa buona e giusta calcolare questi impatti prima di intraprendere azioni che di fatto non danno un buon esempio. Mi è capitato di affrontare una situazione nella quale la legge non esiste, di conseguenza ho sospeso un atto in attesa di intervento legislativo a differenza dei miei colleghi che sulla stessa situazione hanno dichiarato: “Forziamo la legge”. Mi è sembrato anche poco consono al ruolo di sindaco che qualcuno abbia preso posizione in merito alla vicenda di Lucano, il sindaco di Riace. E’ profondamente sbagliato esprimere sentenze, in attesa che la Giustizia faccia il suo corso, sia nei confronti degli indagati quanto nei confronti della Giustizia stessa e in particolar modo un sindaco non può cadere in questo errore. Adesso la rivolta dei sindaci contro il decreto sicurezza e la disobbedienza di alcuni. Immancabilmente gli stessi sindaci che usano anche l’Associazione Anci come scudo, dimenticandosi che all’interno della stessa non vi è stato confronto, portando di fatto la posizione di pochi in nome di tutti”
E dunque cosa si aspetta?
“Mi aspetto un anno difficile a tutti i livelli amministrativi, sono tutti più impegnati a fare campagna elettorale e sempre meno gli amministratori, cercando di ricoprire anche il ruolo di legislatori. Peccato perdere l’occasione, per la politica, di dimostrare ai cittadini che innanzitutto la vera Polis è anteporre il bene comune a quello personale, facendo valere le proprie posizioni attraverso un confronto costruttivo tra le varie forze in campo. Peccato per le forze politiche che il 4 marzo sono state bocciate dai cittadini, perdere ancora un’occasione di rispettare l’opinione dei cittadini. Peccato per i politici perdere occasione di dimostrare ai cittadini che la politica non è una carriera. Peccato per tutti sprecare la grande opportunità di lavorare per unire piuttosto che per dividere. Il primo obiettivo della politica dovrebbe essere la partecipazione e non allontanare la gente che è stufa di sentire litigare tutti. I cittadini hanno diritto a risposte in termini di lavoro, servizi e miglioramento della qualità della vita, non si può rispondere loro evitando di rispondere declassando ciò che li preoccupa a “non problema”. Siamo sindaci e non possiamo essere rispettosi della legge “a targhe alterne”.