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Cronaca 15:45 | 02/07/2020 - Rimini

Era il terrore di una cinese, arrestato riminese violento

Nelle prime ore della mattina di ieri un equipaggio della Squadra Volante della Questura di Rimini è intervenuta in Via San Nicolò, sulla base di una segnalazione di una persona molesta in strada. Gli operatori individuavano un uomo (un 50enne originario di Rimini) con un cappellino rosso, completamento ricoperto di macchie di vernice, il quale urlava frasi minacciose di morte indicando il balcone di un appartamento di uno stabile. Gli agenti si rendevano immediatamente conto che le pareti dello stabile in questione e quelle degli stabili successivi erano imbrattate di vernice e con scritte offensive Nel contempo, sopraggiungevano due residenti nelle vie limitrofe che riferivano che nella stessa mattinata, sentendo delle urla provenire dalla strada, si affacciavano al balcone e notavano l’uomo con in mano un barattolo di vernice che lanciava contro il muro, mentre proferiva minacce di morte.  Gli stessi raccontavano ai poliziotti che l’individuo era solito imbrattare i muri e minacciare pesantemente una donna cinese, lì residente, con atteggiamenti aggressivi.

Riuscito a metterlo in sicurezza all’interno della volante, gli operatori vedevano giungere in strada una donna (una 54enne di origini cinesi) la quale riferiva che l’uomo presente all’interno dell’auto di servizio, da parecchio tempo era solito minacciarla di morte, anche con l’utilizzo, in alcune circostanze, di un coltello, ma che per paura non aveva mai presentato querela. L’individuo, visto avvicinarsi la donna mimava nei confronti della stessa il gesto del taglio della gola. La donna affermava che le scritte sui muri riportavano il suo nome e numero di telefono e che gli insulti e le minacce presenti si riferivano a lei stessa. Ormai da parecchio tempo e per ripetute volte l’uomo, si presentava, anche più volte nell’arco della medesima giornata, sotto casa sua, urlando minacce di morte contro di lei e compiendo gesti tali da cagionare alla donna un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tanto da ingenerare nella stessa un fondato timore per la propria incolumità, al punto di chiedere alla propria cugina di trasferirsi da lei.

Accompagnato in Questura, l’individuo mostrava verso gli operatori un atteggiamento poco collaborativo e, nello specifico, si rifiutava di scendere dall’autovettura e allontanava gli agenti con calci e urla. Veniva così tratto in arresto, e sottoposto a rito direttissimo, per atti persecutori e resistenza a P.U. oltre che denunciato