La sentenza del Tar in merito alla causa promossa dalla Società Globo Immobiliare di richiesta risarcimento danni a causa della variante urbanistica riguardante l’ex cava presente nella frazione di Ciola Corniale, approvata dal Consiglio comunale nel 2009, vede come unici vincitori l’ambiente e la tutela del paesaggio.
Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, pur riconoscendo il danno derivante dalla modifica della destinazione urbanistica – da discarica di rifiuti solidi urbani di prima categoria e di materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi ad area agricola – come era peraltro già stato accertato dalla precedente sentenza n. 90 del 2015, nel merito ha invece sostanzialmente accolto le eccezioni e le argomentazioni presentate dall’Amministrazione comunale (difesa dagli avvocati Gaetano e Giada Rossi), riducendo notevolmente l’ingente richiesta iniziale di risarcimento danni avanzata dalla Società Globo per deprezzamento di valore dell’area e mancato utile asserito.
In questo senso, sulla decisione finale del Tar ha indubbiamente influito, in maniera non secondaria, la scelta dell’Amministrazione comunale di inserire l’area dell’ex cava di Ciola nel Piano operativo comunale 1, approvato nel 2019 prevedendo per la stessa la destinazione a recupero ambientale del sito mediante conferimento di materiali quali rocce e terre da scavo, finalizzato al consolidamento con conseguente ripristino della vegetazione. Un intervento di recupero, dunque, di consolidamento idraulico e del dissesto dell’area di cava dismessa, con conseguente valorizzazione dell’ambiente grazie anche alla realizzazione di un percorso naturalistico di collegamento fondovalle-crinale, con la creazione di punti di sosta a monte e a valle.
Rispetto alle richieste avanzate nel ricorso, il Tar ha pertanto riconosciuto alla Società Globo solamente una parziale perdita di valore dell’area da compensarsi col maggior valore indotto dall’inserimento della stessa nel Poc1, e il 50 per cento delle spese sostenute per le indagini riguardanti l’insediamento per una somma che dovrà essere stabilita in via definitiva ma che in ogni caso si potrebbe aggirare - secondo una prima stima provvisoria - attorno ai 120.000 euro, ampiamente inferiore ai 2,5 milioni di euro di richiesta complessiva di risarcimento danni avanzata dalla società.
Per l’Amministrazione comunale, fatta salva la riserva di poter impugnare la sentenza, l’esito della vicenda vede innanzitutto salvaguardato l’ambiente, in un contesto che sarebbe stato seriamente compromesso dall’attività di una discarica. Al tempo stesso l’Amministrazione comunale ha salvaguardato l’iniziativa dei privati sulla base di quanto disciplinato dalle previsioni del Poc1 e dallo schema di accordo approvato dalla Giunta comunale nell’aprile dello scorso anno, per intraprendere un’attività finalizzata al recupero naturalistico dell’ex cava.