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Cronaca 12:09 | 11/12/2017 - Cattolica

Fino ai Caraibi in barca a vela

Solo qualche mese fa la partenza daI porto di Cattolica ”dell'Armata Brancaleone”, così si fanno chiamare il gruppo di amici che hanno deciso di realizzare il sogno di attraversare l'Oceano in barca a vela. Quel giorno al suono della tromba del Maestro Belemmi, l’equipaggio molla gli ormeggi direzione Las Palmas, prima tappa del lungo viaggio. Al molo di Cattolica ci sono tutti, familiari, amici, conoscenti, autorità, semplici curiosi, anche un gruppo di turisti attirati dal fascino della vela; L'equipaggio si allontana salutando accompagnato dalle note del maestro, dagli applausi dei presenti, dagli sguardi di ammirazione e invidia di giovani e meno giovani, chi con il sogno di fare quel viaggio un giorno, e chi annuendo ammira lo spirito ed il vigore dei 5 “ragazzi”. Per tanti di noi che amano il mare ma hanno una vita piena di impegni, il sogno è quello di poter issare le vele e navigare senza pensieri fino al momento in cui viene voglia di tornare a casa. Fabio, Roberto, Sergio, Ivan, Fulvio e Michele questo sogno lo hanno fatto diventare realtà. Appena fuori dal porto si issano le vele, rotta Isole Canarie, attraversando tre mari, lambendo la Sicilia, il Golfo del Leone, per poi risalire verso la Sardegna, la Corsica, e quindi le Baleari. Infine appare la costa Spagnola, e, dopo tre mesi di vele al vento, finalmente si attraversa lo stretto di Gibilterra per presentarsi di fronte all' Oceano Atlantico! Il “battesimo” del maestoso oceano appare subito adrenalinico: 5 mt di onda con vento sempre sopra i 30 nodi, “ichè an si scherza”! Sistemate le vele a dovere, la barca non sta più navigando, sta volando... 634 miglia in sole 72 ore! Finalmente Las Palmas, prima importante tappa del viaggio. Da lì, il 19 Novembre sarebbe partita l’ARC. Il gran giorno arriva. Michele Pritelli e Fulvio Leardini si imbarcano per la regata dando il cambio a Franco Martino. Il clima al porto è fantastico, nonostante si parlino tante lingue e il più delle volte non ci si riesca nemmeno a capire, ci si sente comunque tutti parte di un unico clan, pronto per una magica impresa! Le persone , da una barca all'altra, gli skipper professionisti, dall'alto della loro sicurezza, i giovani meno esperti, emozionati come mai avrebbero pensato di essere, i lupi di mare, con le loro discussioni su barche e vele e clima e tempi, incrociano gli sguardi e si sorridono, consapevoli dell’avventura che sta per iniziare. Un'effervescenza che si comunica l'un l'altro, e che rende il porto un brusio di voci, risate, richiami. C’è grande fermento: Sergio sale in testa d’albero a controllare le sartie, Roberto con un telefono satellitare per mano attiva i gps, Fabio sistema le scorte di cibo nella cambusa, Fulvio, Michele e Ivan mettono sotto coperta la pesante catena con relativa àncora. Amici e parenti hanno raggiunto il porto di Las Palmas per salutare l’equipaggio dei sei. La banda suona e le 230 barche, una ad una, mollano gli ormeggi. La 'A Noi' è tirata al massimo: la Gran Pavese (le bandierine che vengono issate da poppa a prua nelle occasioni speciali) sventolano in una danza frenetica, lo scafo è lustro, l’equipaggio, in divisa, passa fra la marea di gente alla grande imboccatura del porto, solenne, senza accennare un saluto (gli uomini di mare hanno le loro scaramanzie), pronto a calare la Gran Pavese e a issare le vele. Alle ore 13, la nave militare che traccia la linea di partenza, spara un colpo di cannone: partiti! Da terra le barche si allontanano e sembrano cosi piccole nella vastità dell’oceano! Ed eccoli là,...ormai è difficile distinguere gli uni dagli altri, tanti piccoli triangolini in corsa verso l'orizzonte, liberi come il vento che li accompagnerà in questa avventura..… Traversare l’Atlantico è un’esperienza di vita, non solo di vela, un viaggio vero e proprio, profondo,intenso, scandito dal fischio inesorabile del vento, dal rapporto con i compagni di bordo, dalla natura assoluta che ti circonda. Adesso sono arrivati in porto, hanno portato un pezzo di Cattolica ai Caraibi, adesso aspettiamo i loro racconti per farci portare un pezzo di oceano a Cattolica.

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