Nel triangolo di mare tra le isole Filippine, l’Indonesia e la Malesia sono insediati in villaggi sulle palafitte circa un milione di zingari del mare che vivono di pesca. Così vengono chiamati i BAJAU LAUT una straordinaria popolazione che passa il 60% del suo tempo in acqua spingendosi senza attrezzature o tecnologie ad altissime profondità e capaci di apnee oltre i 3 minuti. Uomini, donne, bambini che nella loro evoluzione hanno sviluppato adattamento fisico e genetico alla vita acquatica fino ad arrivare a mutare nel loro DNA un gene che consente loro di contrastare le ridotte quantità di ossigeno indotte dalle immersioni. I ricercatori hanno potuto constatare, affascinati, che la loro milza è più grande del normale e come quella delle foche, sott’acqua si contrae spingendo i globuli rossi immagazzinati nel circolo sanguigno. Una media di 8 ore giornaliere con rudimentali maschere di vetro o occhialini artigianali di legno e sassi per zavorra su e giù per gli ambienti sottomarini a stretto contatto con la natura marina sereni ed in salute.
C.B.