E' stato inaugurato il CONAD Il Lago, e non è certamente possibile riassumere in poche righe tutti gli aspetti negativi che hanno caratterizzato la vicenda. Anche perché per farlo, oggettivamente, occorrerebbe interrogare, e sotto tortura, più di un funzionario di partito. Tuttavia, qualche parola a futura memoria la si può spendere, giusto per smorzare e controbilanciare i toni entusiastici che domani probabilmente leggeremo sui quotidiani locali. Ricordiamo che la fiera di Rimini è stata posizionata lontano dalla sede storica di Via della Fiera, con la motivazione prevalente che il traffico generato dai nuovi padiglioni, avrebbe reso la vita impossibile ai residenti. I più maligni invece, fanno presente che si è trattato più che altro di un immenso regalo alla proprietà dei terreni, al tempo in buona parte curiale. Il fatto poi che una amministrazione di uguale colore abbia realizzato in seguito il Palacongressi sulla stessa area, non fa altro che dare credibilità alle ipotesi delle stesse malelingue. Senza considerare poi che, in questo modo, Rimini oggi si ritrova con un doppio problema di raggiungibilità dei padiglioni fieristici e congressuali e con un doppio problema di gestione del traffico dovuto agli spostamenti dei visitatori. Avremmo potuto invece essere nelle condizioni di doverne gestire solamente uno ma, si sa, l'urbanistica non è mai stata una eccellenza locale da dopo gli ultimi interventi eseguiti sotto il dominio dell'Impero Romano.
ùRicordiamo anche che - sempre i più maligni dicono - la piscina comunale Acquarena è stata progettata come semplice scusa per giustificare il nuovo insediamento residenziale/commerciale, quando il Sindaco Gnassi andava su Repubblica sbraitando di lotta al cemento, ergendosene paladino all'avanguardia nazionale perfino. Una montagna di cazzata scritte, dette e ripetute fino alla noia, miseramente contraddette dall'evidenza dei fatti. La giustificazione più acuta che si è sentita: "Li già era previsto un piano per tot metri cubi". E allora? Il Piano Regolatore viene sempre variato per gli amici quando serve, lo si poteva fare anche per restituire del verde o delle infrastrutture sociali alla città. Tanto per dire, eh...
Senza dimenticare poi che la piscina comunale, quando arriverà, andrà a fare concorrenza all'unico gestore della piscina comunale Garden - si, anche quella è di proprietà pubblica - che sia storicamente riuscito a gestire il complesso senza chiudere, oppure fallire. Un premio all'eccellenza insomma, soprattutto in considerazione del fatto che lo stesso gestore si era proposto di realizzare, e a proprie spese, una innovativa piscina di cinquanta metri e non la solita pozza di venticinque come quella di Acquarena.
Appurato che lo "stop al cemento" con cui il Sindaco Gnassi ha frantumato i cabasisi [Montalbano, Camilleri] per anni ai riminesi non vale per Lorenzo Cagnoni, va anche osservato che la realizzazione del nuovo supermercato è, di fatto, anche un soccorso ai debiti contratti dallo stesso, ma con le garanzie di noi riminesi tutti (lasciando un po' di spazio al gossip, sembra che Cagnoni sia stato soprannominato simpaticamente TutanKagnon, come segno di riconoscimento della sua magnificenza, specie dopo che ha fatto ornare il Palas con una sfera di granito dal modico costo di un milione di euro). Il Palas infatti non ha fatto che generare perdite negli anni, o almeno così dicono i bilanci ufficiali, mentre la stampa locale invece pare avere altra opinione. Forse nei suoi giudizi è leggermente influenzata dal fatto che Fiera di Rimini SpA, oggi IEG, paga da anni inserzioni sulle loro pagine. Comunque sia, è certo che le entrate congressuali non sono sufficienti per ripagare costi e mutui contratti per la costruzione del Palas, a causa di un piano industriale probabilmente divino (TutanKagnon è notoriamente un semidio), ma comunque palesemente errato. Ecco quindi che gli oltre sedici milioni di euro pagati per i terreni alle società del gruppo fieristico, sono stati una boccata di ossigeno, ricordando che negli anni passati si è anche avuto un blocco dei pagamenti delle rate del mutuo a Unicredit.
"Coop Connection" del giornalista ed ex Assessore della giunta Cofferati di Bologna Antonio Amorosi, offre una idea generale dell'intreccio di interessi fra PD e cooperazione. Anche in mancanza di questa lettura comunque, il semplice fatto che siamo circondati da iper e supermercati COOP/CONAD e nessun supermercato Esselunga, nonostante gli sforzi decennali del defunto patron Caprotti per l'espansione della sua catena sul territorio nazionale, già dovrebbe essere sufficiente a fare capire un po' come stiano effettivamente le cose. Lo stesso libro fornisce anche una possibile chiave di lettura circa il fallimento della capofila delle imprese che avrebbero dovuto realizzare Acquarena, Axia Srl. Pare che le Coop, grazie soprattutto alle norme che le regolano, non possano essere fonte di guai giudiziari per i loro manager come lo sono altri soggetti giuridici, vedi Srl oppure SpA. E pare che siano per questo utilizzate dal sistema dei partiti, primo fra tutti il PD, per finanziare di tutto eppoi farle fallire, in sostanziale sostituzione delle modalità di finanziamento pre-tangentopoli. Chissà se questo modello si applica al caso locale. Fatto sta che davvero non si capisce come una amministrazione comunale possa affidare a una società sull'orlo del fallimento un'opera così importante. Forse lo scopriremo con le evidenze di cronaca giudiziaria, qualora dalla Procura dovessero arrivare novità. E del resto se, come si mormora, fosse vero che uno fra i protagonisti dell'indagine Acquarena/Tecnopolo si aggirava per gli uffici comunali di Via Rosaspina senza averne titolo, vantando l'amicizia del Sindaco Gnassi e del Capo di Gabinetto Funelli, ci sarà da divertirsi.
Nell'attesa di novità da Via Carlo Alberto dalla Chiesa, possiamo però già sorridere al ricordo della tomba ritrovata esattamente sotto il nuovo CONAD la quale, miracolosamente - ma i soliti maligni sussurrano sia stato il potere di TutanKagnon - si è spostata sulle mappe archeologiche sotto gli edifici prospicienti, costruiti prima del suo ritrovamento. Passi per lo spostamento catastale, ma pochi credono che il potere di Tutankagnon sia arrivato a farle attraversare i metri di cemento armato delle fondamenta del sovrastante edificio. Dopotutto il teletrasporto è fermo ai singoli fotoni, eccheccacchio. Fatto sta che la tomba si sarebbe miracolosamente (con riferimento al paganesimo) spostata per non disturbare i piani del faraone contemporaneo.
Questo almeno fino a quando un paio di cittadini incazzosi, a colpi di esposti ai Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale, interrogazioni consigliari, studio, senso civico (esiste ancora?), visite presso gli uffici del Museo Comunale ecc., non hanno imposto la correzione delle mappe. In seguito hanno anche ottenuto dei decenti scavi e sondaggi alla ricerca di reperti storici, reperti che poi sono regolarmente emersi. Non è mai stato ritrovato però il mosaico di cui hanno ricordo gli abitanti della zona, e le cui tessere si saranno probabilmente smaterializzate per non scatenare le ire del semidio. Già pronto con le sue saette?
Per concludere, osserviamo che un altro colpo al commercio del Centro Storico viene inferto con il posizionamento di una nuova unità commerciale così vicina e ben servita da parcheggi, che invece in centro scompaiono come fossero ricercatori universitari emigranti. Del resto, se oltre cento dipendenti di coperativa non saranno mai liberi di votare come altrettanti commercianti ugualmente liberi, perchè preoccuparsi? Già, perché preoccuparsi? In fondo il Partito Democratico è sceso al diciotto percento, avanti di questo passo arriverà felicemente al nove, ma il potere reale sarà già salito su nuovi carri vincenti.
Luigi Camporesi Obiettivo Civico