L'artista cattolichino Mauro Drudi è stato accolto ieri mattina in Comune dall'Assessore alla Cultura Valeria Antonioli. Il motivo dell'incontro è stata la presentazione di una nuova esposizione dei suoi dipinti dal titolo “Icons and Symbols” che Drudi sta allestendo a Milano presso i locali della Fabbrica del Vapore. L'inaugurazione prevista per il prossimo sabato 25 gennaio alle ore 18,00, nell’ambito del progetto Spazi al Talento. “Complimenti al nostro artista cattolichino. Dopo tante tappe in giro per l'Italia - commenta la Antonioli - questa nuova avventura milanese, in un luogo di esposizione prestigioso, ci riempie di orgoglio. Non appena avrò possibilità andrò a visitarla di presenza”. La mostra resterà aperta al pubblico sino al 16 febbraio 2020. Drudi ha all’attivo più di dieci mostre personali ed attualmente una installazione ancora in corso presso il Museo Mandralisca di Cefalù.
Mauro Drudi, artista romagnolo di 55 anni, mette in mostra i tre progetti più importanti ai quali sta lavorando, progetti che vedono nella città di Milano e nella Fabbrica del Vapore la loro collocazione ideale. “ICONS and SYMBOLS” mette in mostra infatti la serie “POP”; l’installazione sulla condizione della donna intitolata “LEI” e la ricerca sulle “sagome animali”, tre progetti che hanno in comune il segno netto, il tratto estremamente riconoscibile, la campitura di colore piatta e omogenea. Nella serie delle “sagome animali” la linea che delimita la forma principale è la caratteristica più evidente, distinguibile a distanza, ma la vera trappola per il lettore è il vorticoso inseguirsi in assonanze e dissonanze delle linee rette e curve che compongono l’animale in un intercalare quasi ipnotico. La serie POP invece interviene nella grande arte e nella storia del costume con rifacimenti ironici in cui la linea però, contrariamente alle sagome animali, non è invisibile fra colore e colore ma diventa essa stessa una campitura riuscendo, sia che si tratti di un capolavoro rinascimentale che del ritratto di Jack Nicholson, a rendere entrambe le opere fruibili quasi come un fumetto senza perdere però la profondità della tavolozza pittorica, che a volte diventa più brillante e convincente dell’originale. Sul progetto LEI è stato scritto molto: è già sulla copertina del saggio intitolato DOPO WARHOL del Professor Andrea Mecacci, docente di estetica presso l’Università di Firenze e su di esso è già stata redatta una tesi di laurea.