“Sarà un’opera che dialoga con il lungomare. Sopra, una piazza nuova con giardini, e, sotto, una vasca che filtrerà le acque piovane garantendo la qualità del nostro mare. Vogliamo raccontare e condividere con la città i lavori di questo cantiere che, in questo momento, è invasivo, ma che alla fine riqualificherà Cattolica. Un racconto che è stato arricchito e approfondito dal progetto Cattolica trasparente – un mare di qualità di Elisabetta Bartolucci che con i pannelli ha vestito il cantiere spiegando la storia della città e il futuro volto dei Giardini De Amicis. Un lavoro di grande collaborazione fra gli enti pubblici e i privati che sono vicini al cantiere e che hanno contribuito alla realizzazione del progetto”. Così la Sindaca Franca Foronchi ha aperto l’incontro pubblico che si è svolto questa mattina a Palazzo del Turismo, alla presenza di tutta la Giunta, di cittadini e cittadine, operatori economici e forze dell’ordine, per fare il punto sui lavori del cantiere De Amicis e per illustrare il progetto Cattolica trasparente – un mare di qualità a cura dell’architetto e presidente del Comitato Quartiere Centro Elisabetta Bartolucci. A illustrare gli aspetti tecnici è stato Roberto Fabbri, Area manager Rimini del gruppo Hera, il quale ha ribadito le principali finalità dell’opera. “Due sono le tematiche che vengono affrontate con questo cantiere, una è normativa ed è relativa agli scarichi in mare, l’altra è climatica” ha premesso Fabbri. Quella normativa si collega alla “direttiva comunitaria del 2010 che pone attenzione alle acque di balneazione e che impone il divieto se si superano determinati livelli di inquinamento – continua Fabbri – mentre il nodo climatico tiene conto del fatto che ora le piogge sono sì meno frequenti ma più intense, scaricando così tanta acqua che può essere critica la fase di smaltimento. Con la vasca di prima pioggia l’obiettivo è di ridurre il 70 per cento del carico inquinante sversato in mare”. Come? “Questa vasca da 5mila metri cubi crea una polmonatura che impedisce di scaricare direttamente al mare le acque portandole al depuratore”. La tabella di marcia dei lavori è in linea con i tempi prefissati: “Stiamo rispettando il cronoprogramma – continua il manager di Hera – abbiamo completato il 50 per cento dei lavori. La parte più impattante, che era la posa dei pali, è stata ultimata. Terminata la stagione estiva, ripartiremo con i lavori. E per la primavera 2026 dovremmo consegnare piazza e vasca alla città”.
Ma il cantiere non è solo efficiente, è anche bello fuori. E questo è il frutto del progetto Cattolica trasparente – un mare di qualità. A spiegarlo, la diretta creatrice del rivestimento del cantiere, l’architetto Bartolucci: “Questo è un progetto corale. Stiamo raccontando attraverso questi disegni sui pannelli la futura nuova piazza De Amicis con il suo cuore sotterraneo che filtrerà acqua pulita al mare. Ma Cattolica trasparente vuol dire anche Amministrazione trasparente, questa amministrazione che ha fatto sì che i cittadini potessero bussare alle porte del Comune, per ascoltarli e coinvolgerli direttamente nel processo di riqualificazione della città”. L’altro punto è la seconda parte del claim “mare di qualità”: “Mare di qualità lo è già ora – continua Bartolucci – le acque sono balneabili e saranno ancora più pulite con la vasca. Ma Cattolica ha un mare di altre cose oltre al mare. Ha la cultura, gli eventi, la storia, l’entroterra. Con questo progetto voglio raccontare il senso di Cattolica. L’ospitalità è la nostra matrice, il mare di qualità siamo noi. Cattolica è una città aperta”. La città che Bartolucci ha ridisegnato sui pannelli, che hanno 3 prospetti sul cantiere, due pedonabili e uno veicolare, sono “color sabbia che è uno dei nostri elementi naturali e su quei teli si può leggere Cattolica”. Complimenti al progetto di Bartolucci da parte del dirigente ai lavori pubblici Baldino Gaddi: “Un progetto molto bello, un regalo fatto alla città che permette ai cittadini di sentirsi raccontare quello che succede dentro il cantiere ma anche la storia che c’è fuori da quel perimetro. In questo modo l’opera non viene subìta, ma capita, vissuta e condivisa. Ed è stato veramente un regalo perché il costo del progetto è stato coperto da sponsor privati”.