Cronaca 15:16 | 24/04/2025 - Cattolica

“Regina Maris”, vittoria del Comune anche in Cassazione

Dopo piazzetta delle Erbe e Villa Fulgida, l’Amministrazione comunale ha chiuso lunedì scorso un altro contenzioso decennale, quello relativo alla vicenda della fondazione “Regina Maris”, vincendo il processo anche in terzo grado. La Corte di Cassazione, sezione civile, ha respinto il ricorso delle ricorrenti che chiedevano oltre 6 milioni di euro di risarcimento danni e le ha condannate al pagamento di 12mila euro di spese legali a favore del Comune di Cattolica. “Siamo molto soddisfatti dell’esito decisamente positivo di questa vicenda giudiziaria – commenta la Sindaca Franca Foronchi -. Dal nostro insediamento è il terzo grosso contenzioso che è stato definito in modo favorevole per la città. Si è conclusa una vicenda cominciata undici anni fa, nel 2014. Dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio, ora è arrivata anche l’ultima parola della Suprema Corte che ci ha dato ragione in toto”.

È il 1997 quando la conferenza dei sindaci della Provincia di Rimini e la Consulta della sanità stipulano un accordo di programma con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Rimini e il Comune di Cattolica per la creazione di un progetto di sperimentazione gestionale dell’ospedale e per la realizzazione di una nuova Rsa a integrazione del servizio ospedaliero. Cuore del progetto è la creazione della fondazione “Regina Maris”, ente no profit a carico del Comune di Cattolica. La vicenda giudiziaria nasce con l’azione promossa dalla Cassa di Risparmio di Cesena (oggi Credit agricole Italia spa) e Berenice Spv (cessionaria dei crediti della Banca) contro il Comune di Cattolica, la Regione Emilia Romagna, la Fondazione “Regina Maris” e gli ex amministratori. L’istituto di credito aveva chiesto in primo grado, davanti al Tribunale di Bologna, la condanna del Comune di Cattolica, fondatore dell’ente “Regina Maris”, al pagamento di 6milioni e 541.840,43 euro oltre agli interessi. Una somma pari all’esposizione debitoria della fondazione “Regina Maris” nei confronti della banca. Esposizione maturata con l’apertura di un fido. L’istituto di credito deduceva che il Comune avrebbe dovuto rispondere di quelle obbligazioni in quanto “dominus” dell’ente. In alternativa, la banca aveva chiesto la condanna in solido di tutti i convenuti al risarcimento del danno per fatto illecito pari alla stessa somma di oltre 6 milioni di euro, oltre a un’ulteriore condanna a carico del Comune di Cattolica e degli amministratori della “Regina Maris” al pagamento di circa 970mila euro. 

“Richieste molto pesanti – continua la Sindaca – che il primo grado, nel 2020, ha respinto ritenendole infondate. Nel 2023, Crédit Agricole e Berenice Spv hanno impugnato la pronuncia del Tribunale, ma anche i giudici d’appello ci hanno dato ragione. Siamo arrivati davanti alla Corte di Cassazione e abbiamo vinto anche l’ultimo grado. La Suprema corte ha condannato la banca a pagare anche le nostre spese di lite. La pratica è stata seguita dagli avvocati Federico e Paolo Cornia del foro di Bologna, dall’ufficio legale del Comune e dalla dirigente Claudia Rufer, ai quali vanno i miei ringraziamenti”.

Sono pendenti altri procedimenti giudiziali, in particolare la causa riassunta davanti al Tribunale di Forlì in seguito dell'ordinanza della Corte di Cassazione e che ha per oggetto l’opposizione del Comune alla vendita di azioni della “Romagna Acque Società delle fonti” date in pegno a garanzia dei debiti della “Fondazione Regina Maris”, oltre che la validità ed efficacia degli atti costitutivi di pegno sulle azioni.