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Cronaca 14:33 | 27/07/2020 - Rimini

Il ‘Giudizio universale’ torna dopo quasi 30 anni all’Arengo

A distanza di 29 anni, il capolavoro trecentesco attribuito a Giovanni da Rimini torna al Palazzo dell’Arengo che si affaccia su piazza Cavour, con la splendida vista sulla Chiesa di Sant’Agostino. E’ il ‘Giudizio Universale’, affresco collocato nel grande spazio centrale del PART, il nuovo Museo di Arte moderna e contemporanea collocato nei due palazzi del Podestà e dell’Arengo, nato dalla collaborazione tra Comune di Rimini e Fondazione San Patrignano, che aprirà a breve.
Avventurosa la storia di una delle opere più significative del Trecento riminese. Il dipinto riaffiorò sotto gli intonaci settecenteschi della chiesa di San Giovanni Evangelista o S. Agostino, dopo il terremoto del 1916. Gaetano Nave ne curò il distacco, il restauro e la collocazione nella Sala dell'Arengo (1926). Nel 1991 alcune sue parti furono collocate al Museo della Città. Il Giudizio (di proprietà della Diocesi di Rimini) risale ai primi decenni del XIV secolo ed è attribuito a Giovanni da Rimini, uno dei pittori della scuola riminese espressione della vitalità culturale cittadina ispirata dalla famiglia dei Malatesta.
Il timpano del Giudizio universale di Giovanni da Rimini è collocato per 18 mesi nella sala dell’Arengo del Comune di Rimini. Questo per l’accordo sottoscritto tra Comune di Rimini e Diocesi di Rimini. 

“Con questa collocazione- spiega il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - riportiamo il Trecento nella casa del Trecento. E’ l’avvio del grande progetto di valorizzazione del Trecento riminese e, più in generale, un altro tassello strategico di quel grande polo culturale nazionale che sta nascendo in questo quadrante di città, recuperando alle loro originarie funzioni e splendore anche due palazzi come Arengo e Podestà, in precedenza scarsamente utilizzati”.

PART, Palazzi dell'Arte, è il nuovo Museo di arte moderna e contemporanea di Rimini. Un prestigioso spazio espositivo ricavato all’interno dei più antichi edifici medievali del centro storico, il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà, nell’ambito di un progetto condiviso con la Fondazione San Patrignano. Il progetto non si limita a fare di una collezione di arte contemporanea un museo, ma mette in connessione la cultura, il sociale, il territorio e lo sviluppo delle persone.
Si tratta di una consistente collezione d’arte, con opere di Mario Airò, Vanessa Beecroft, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Maurizio Cannavacciuolo, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Shilpa Gupta, Emilio Isgrò, Agnes Martin, Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Pei-Ming, Tullio Pericoli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Michelangelo Pistoletto, Julian Schnabel, Ettore Spalletti, Velasco Vitali, Silvio Wolf, Jean Paul Riopelle, Pietro Ruffo, Mario Schifano, Elisa Sighicelli, Francesco Vezzoli, Xiaongang Zhang e molti altri. Oltre alla collezione permanente è previsto anche uno spazio dedicato a esposizioni temporanee, che vuole essere punto di riferimento per gli artisti contemporanei, italiani e internazionali.
 


                                                          L'Ufficio Stampa