Durante la Seconda guerra mondiale, a Roma, aveva trasportato il cibo per i rifugiati. Poi una vita spesa, prima all’estero poi nelle Marche e infine a Riccione, per il lavoro e la famiglia a cui ha trasmesso importanti valori, come quelli del sacrificio e dell’onestà. E’ stata una grande festa quella che la figlia Fausta, le sue care nipoti e tanti altri parenti arrivati appositamente dal Belgio, hanno organizzato per i cento anni di Giuseppe Droghini.
“Sono rimasta molto colpita dal racconto che mi hanno fatto sulla sua vita - ha scritto il sindaco di Riccione Daniela Angelini nella lettera inviata a Droghini in occasione del suo compleanno, lo scorso 22 novembre -. Una vita la sua, caro Giuseppe, fatta sicuramente di amore e solidarietà verso gli altri. La sua storia assomiglia a quella di tanti nostri concittadini: l’arrivo dalle vicine Marche, dopo aver passato tanti anni all’estero e l’approdo a Riccione alla fine degli anni ’80. Ma nel racconto della sua vita ho voluto soffermarmi su un episodio: quando a Roma, lei caro Giuseppe, durante la guerra trasportava il cibo per i rifugiati. E quando ha raggiunto Fano a piedi… ”.
Droghini in Romagna ha lavorato nelle cantine sociali e si è sempre circondato dell’affetto di tante persone, non solo della sua amata famiglia. Fino a qualche anno fa scendeva in giardino a raccontare ai bambini del vicinato gli aneddoti della sua lunga vita, che ha visto anche momenti drammatici della storia come la Seconda guerra mondiale. Alla festa per i cento anni ha preso parte l’assessore alla Famiglia Marina Zoffoli: “Ho avuto il piacere di portare gli auguri dell'amministrazione comunale e personali della nostra sindaca. A Giuseppe tanti auguri di serenità”.