Verrà presentato ufficialmente il 7 novembre alla Conferenza Nazionale sulla Qualità dell’Aria, all’interno degli Stati Generali della Green economy previsti ad Ecomondo Rimini, il report 2023 “Valuta l’aria”, realizzato nell’ambito del progetto LIFE PrepAir, che coinvolge 18 partner nazionali e internazionali e comprende tutte le regioni del Bacino Padano.
Nelle regioni del bacino padano vivono oltre 25 milioni di persone (oltre il 40% della popolazione italiana) e qui si produce oltre il 50% del PIL italiano. La particolare conformazione orografica di quest’area fa sì che ci siano criticità per la qualità dell’aria in relazione a polveri sottili, ossidi di azoto e ozono, inquinanti legati al riscaldamento domestico, all’agricoltura intensiva, incluso l’allevamento, al traffico, all’industria e alla produzione di energia. Come percepiscono questo problema i cittadini del bacino padano? Sono consapevoli che molte azioni per migliorare la qualità dell’aria sono strettamente legate al loro stile di vita? Quanto sono disposti a cambiare le loro abitudini? E soprattutto, come possono le autorità locali convincerli a cambiare queste abitudini? Queste domande, oggetto di una prima indagine condotta tra novembre 2018 e gennaio 2019 da ART-ER Attrattività Ricerca e Territorio in quanto partner responsabile delle azioni di comunicazione nell’ambito del progetto Life PrepAir, è stata replicata tra gennaio e marzo 2023, per valutare le variazioni nella percezione della qualità dell’aria. Una campagna di comunicazione ha invitato i cittadini a condividere con le proprie reti di amici lo scopo dell’indagine, suscitando un grande interesse: complessivamente 7.030 cittadini hanno compilato volontariamente il questionario, garantendo una rappresentatività del 38% rispetto al totale dei Comuni che compongono quest’area e al 78% della popolazione residente.
I risultati principali
Rispetto ai punti principali dell’indagine, intanto, la stragrande maggioranza del campione (66%) ritiene che la qualità dell’aria sia peggiorata nel corso degli anni, mentre solo per il 10% degli intervistati è migliorata. Infine, il 20% ritiene che sia rimasta invariata. Rispetto alla precedente indagine, si conferma quindi la netta percezione di un trend di peggioramento nella qualità atmosferica. È interessante tuttavia notare come, rispetto alla rilevazione precedente, risultano incrementate sia la percezione di miglioramento (6% nella precedente rilevazione) che quella di peggioramento (63% nella precedente rilevazione).
Un secondo tema affrontato è la preoccupazione per il peggioramento della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico e alla loro consapevolezza in riferimento a questo tema. Quasi tutto il campione si dichiara preoccupato per la propria esposizione all’inquinamento atmosferico: di questi, ben il 52% si dichiara molto preoccupato. È stato chiesto agli intervistati di indicare quali fossero, secondo loro, le principali cause dell’inquinamento atmosferico: il trasporto emerge essere la causa maggiormente responsabile secondo gli intervistati.
Relativamente all’informazione e alla conoscenza sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento atmosferico, il questionario chiedeva ai partecipanti di auto- valutare il livello di informazione sulla qualità dell’aria nel proprio contesto geografico. La percentuale di intervistati che si sono auto-valutati come “molto ben informato” o “ben informato” è pari al 27% del campione (5% e 22%, rispettivamente), mentre il 29% degli intervistati si considera “poco informato” o “per niente informato”. La maggior parte degli intervistati, ovvero il 43%, rientra quindi nella categoria intermedia di “parzialmente informato”.
Per quanto riguarda le iniziative ritenute più efficaci per affrontare il problema, al primo posto troviamo i controlli sull’inquinamento industriale, scelti dal 24% degli intervistati, seguiti dall’offerta di incentivi finanziari per lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti a basse emissioni (14%) e da misure per facilitare la transizione verso auto e camion a emissioni zero (14%).
Una domanda riguardava direttamente i comportamenti che i cittadini sarebbero disposti ad attuare per ridurre l’inquinamento atmosferico. Il livello più alto di disponibilità riguarda l’acquisto di caldaie ad alta efficienza e a basse emissioni.
Un tema importante riguarda il mezzo utilizzato per recarsi al lavoro. Come ci si poteva aspettare, quello di gran lunga più̀ utilizzato è la propria auto (49%), seguita dai mezzi pubblici (18%). Un buon numero di cittadini dichiara anche di andare al lavoro a piedi (14%) e in bicicletta (13%). Poco frequente, invece, è la pratica di recarsi al lavoro con mezzi “più recenti” come scooter elettrici, car pooling e car sharing, nessuno dei quali supera l’1%.
Le conclusioni
I risultati di questa seconda edizione dell’indagine “Valuta l’Aria” partono da una prima conferma: l’aria che respiriamo è generalmente percepita come “in peggioramento” a fronte di dati che mostrano una generale riduzione delle concentrazioni di inquinanti, che però ancora non consente di mettere al riparo i territori del bacino padano dal superamento dei limiti per alcuni di essi: Particolato, Ossidi di Azoto, Ozono. La complessità del tema si riflette nella difficoltà dei cittadini ad individuare e mettere in corretta correlazione cause ed inquinanti, nonché a identificare soluzioni efficaci e coerenti. La principale novità di questa seconda edizione riguarda la rinnovata disponibilità degli intervistati a mettere in atto delle azioni positive per la qualità dell’aria: se nella edizione 2019 i rispondenti indisponibili o disinteressati erano il gruppo più numeroso del campione (33%), e i proattivi il più piccolo (13%), in questa edizione i rapporti sono capovolti, il gruppo degli indisponibili si è ridotto al 19%, mentre gli impegnati sono il 39%. Questa è una tendenza incoraggiante e rappresenta una grande opportunità che le istituzioni devono sapere cogliere: quella di rinnovare e rafforzare il patto con i cittadini per superare insieme il problema della qualità dell’aria nel bacino padano.
I commenti
“Per vincere la sfida posta dalla qualità dell'aria abbiamo bisogno dell'impegno di tutti - dichiara Irene Priolo (nella foto), vicepresidente della Regione Emilia-Romagna capofila del progetto Prepair - Sappiamo, e questa indagine ce lo conferma, che i cittadini sono disposti a fare la loro parte, ma per essere efficaci le istituzioni nazionali, regionali e locali devono procedere sulla strada della collaborazione, a tutti i livelli. Abbiamo bisogno di politiche coerenti per poter rinnovare l’alleanza tra istituzioni e cittadini su un tema così complesso.
“Gli interventi per contrastare l’inquinamento dell’aria – sottolinea Anna Parasacchi, Coordinatrice del Green City Network - devono essere integrati e riguardare tutte le fonti di inquinamento e anche le emissioni dei precursori che generano inquinanti secondari, devono essere permanenti e strutturali e, visto che gli inquinanti percorrono anche grandi distanze, devono agire in un’area vasta. Diventa importante fornire ai cittadini informazioni puntuali sulla qualità dell’aria nelle città, individuando l’apporto di tutte le fonti dell’inquinamento, locali e di area più vasta”.