Rimbalza forte sui canali social la richiesta di sapere qualcosa. La vile aggressione ad un giovane autistico fuori da un locale della piazza Ganganelli, vista da molti ma taciuta da tutti almeno pubblicamente, resta avvolta nel mistero. Nulla trapela su chi e perché abbia agito in modo brutale contro un debole, picchiandolo selvaggiamente e procurandogli lesioni che resteranno per tutta la vita. Una cortina di silenzio sempre più spessa con il passare dei giorni rispetto alla quale la cittadinanza rumoreggia: lo fa nell'unico modo possibile, attraverso gli strumenti a disposizione, in particolare i social network. Vorrebbero i nomi di chi è arrivato a tanto, vorrebbero avere notizie, vorrebbero conoscere anche se sono stati individuati gli autori del pestaggio, quali misure sono state adottate nei loro confronti. Ma su questo fronte tutto tace.
Perché? Come mai, per esempio, l'assessore alla Sicurezza o anche il sindaco non rispondono alle tante domande che avranno certamente letto anche loro o che qualcuno gli avrà fatto notare? Perché in questa strana città si scatena giustamente il finimondo contro un politico che sclera contro i tifosi marocchini, li insulta, ricevendo in cambio da tutte le forze politiche, di governo e di opposizione, l'invito a dimettersi quanto prima dal Consiglio comunale dove è capogruppo del suo partito? Ed invece nulla si dice sugli autori di una brutalità che non può continuare ad essere coperta dal silenzio?
I nomi non si possono fare? Si dica almeno se sono stati individuti quelli del branco, colui o coloro che ha/hanno infierito sul debole. Si dica almeno che tipo di provvedimento è stato adottato nei confronti di questi vigliacchi. Il minimo, insomma, perché si sappia quello che si può far sapere. Altrimenti è lecito pensare che stiano brancolando ancora tutti nel buio e non si sia arrivati a nulla. Ma questo non può essere vero.
La città attende notizie. Mamme e papà devono essere certi che i loro figli, se vanno a fare una passeggiata con gli amici la sera e sotto le feste, non debbano correre il rischio di imbattersi in una banda di violenti come quella che ha massacrato Mattia. Il minimo, crediamo, sia informarli.