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Cronaca 15:26 | 25/02/2018 - Rimini

Ma perché accanirsi contro il Caffè Commercio?

Il limite, secondo noi, è superato. Una campagna di stizza e di odio si è scatenata a Rimini contro i titolari del Caffè Commercio, bar tra i più noti del centro storico della città, fautori di numerose iniziative in ambito culturale ed alimentare nel corso degli anni, frequentato da persone perbene, giovani, professionisti, famiglie e clienti abituali di tutti i tipi. Orbene, il fatto che sia stato concesso a Forza Nuova di organizzare un incontro all’interno dei locali di piazza Ferrari (Palazzo Fabbri) ha fatto sì che il popolo antifascista se la prendesse con i titolari del Caffè rei, a loro dire, di aver osato dare ospitalità ai neo-fascisti. E per questo motivo il locale dovrebbe essere cosa? Chiuso? Vietato alla clientela? Oggetto di provvedimenti? Ma per piacere, direbbe Totò. "Non vogliamo giustificarci per quello che abbiamo fatto, perché pensiamo che il nostro sia stato un comportamento lecito, democratico e assolutamente nei termini di legge. Viviamo nell'era del populismo e quest'azione di boicottaggio ne è l'esempio", è la replica in una nota dei titolari del locale.

Facinorosi a parte, sorprende che la campagna di boicottaggio verso il Caffè Commercio venga sostenuta anche da attivisti di sinistra ben noti, qualcuno addirittura consigliere comunale. In pratica se un sostenitore dei movimenti della destra estrema entra, prende il caffè e paga è colpa dei titolari. E se addirittura organizza un incontro con consumazioni e in tutta tranquillità è sempre colpa dei titolari. Ma non è esagerazione?