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Cronaca 16:31 | 20/10/2021 - Rimini

Morta di tumore dopo la diagnosi sbagliata: medico a processo, la difesa chiede la perizia psichiatrica

Oggi si è tenuta udienza davanti al GIP del Tribunale di Rimini – Dr. Vinicio Cantarini – per la richiesta di rinvio a giudizio del medico che, con la sua diagnosi sbagliata ha cagionato la morte della donna riminese. Si tratta di una riminese, 50 anni, una figlia minorenne, che alla fine del mese di giugno 2018 si reca in una nota clinica privata della città per un semplice controllo al seno.Una cosa di routine, siccome la madre era morta anni prima per un tumore al seno. Si rivolge adun noto specialista in Oncologia Clinica, Endocrinologia e Malattie del Ricambio e in Radiologia Diagnostica, che lavora su Rimini, Santarcangelo ed anche su Bologna, e dopo la visita e l’ecografia, individua un nodulo per il quale prescrive correlativa mammografia. La signora. C.M. procede come prescritto dallo specialista e si sottopone a mammografia all’esito della quale, per quel nodulo  già rilevato, viene richiesto dal radiologo, un approfondimento istologico. Di tutto questo la donna dà puntuale notizia allo specialista che però ritiene inutile eseguire gli approfondimenti richiesti siccome, a suo dire, si tratta di una semplice cisti benigna. Il 31 dicembre 2018 accede all’Ospedale di Rimini, reparto di Senologia, dove viene sottoposta a visita all’esito della quale le viene diagnosticato un  tumore maligno ad alto grado di “aggressività”, ed altresì la presenza di metastasi diffuse. Ricoverata d’urgenza,  muore il 21 gennaio 2019.

Il PM ha chiesto il rinvio a giudizio per il medico. I prossimi congiunti si sono affidati agli avvocati Roberto Giannini e Mattia Lancini che questa mattina si sono costituiti parte civile ed hanno, ulteriormente, ottenuto di chiamare nel processo, come responsabile civile, la Casa di cura.

Colpo di scena: la difesa del medico imputato ha avanzato richiesta di perizia psichiatrica siccome ritiene che le condizioni mentali del sanitario non solo rendono impossibile processarlo, ma anche che le stesse condizioni di salute mentale rendevano lo stesso incapace di intendere e di volere sin dall’epoca delle visite e delle prestazioni diagnostiche.

Tutto rinviato all’1 dicembre 2021 per la costituzione in giudizio della casa di cura.