Nel mondo del bowling e dell’intrattenimento italiano è nata ANBI, Associazione Nazionale Bowling e Intrattenimento. A costituirla un gruppo di imprenditori del settore del cui consiglio direttivo, guidato da Marco Raganini (marchigiano, residente a Misano), fa parte anche Gian Carlo Ciacci (nella foto), titolare del Bowling Seventies di Cerasolo. Per la prima volta in Italia, dopo oltre sessant’anni di attività di bowling, gli imprenditori del settore hanno capito quanto sia importante fare squadra, soprattutto in momenti di difficoltà come quello attuale, in cui il comparto, fra i più colpiti dalle varie restrizioni per contenere la pandemia, ha registrato perdite ingentissime. Accomunate alle sale giochi, ma con una identità assai diversa, a partire dalle dimensioni, nelle strutture come il Seventies le attività sono tante: sportive, ludico-creative, sociali, culturali, per tutta la famiglia. “La nostra categoria ha dinamiche economiche ben diverse da quelle delle sale giochi a cui nei vari Decreti è stata accomunata. – dice Ciacci – È più vicina a quelle dei cinema, dei teatri e delle discoteche. E come tali dovrebbe essere trattata. Questo anno per noi è stato durissimo. Si pensi solo che dal lockdown di fine febbraio ci è stato possibile riaprire parzialmente solo nel nostro peggior periodo lavorativo, il mese di luglio. Tuttavia, lo spirito che vuole contraddistinguerci, come gruppo, è quello che portiamo da sempre nei nostri locali, incentrato su positività e creatività. La costituzione di una associazione è il primo passo in questa direzione.”
A pochi giorni dall’atto costitutivo sono evidenti i primi segnali positivi: circa 50 gli impianti che hanno aderito all’iniziativa e un interesse notevole manifestato anche da parte di altre associazioni di categoria. L’obiettivo è ambizioso: essere l’associazione di riferimento dell’intero comparto e, nel breve periodo, far fronte comune alla problematica attuale. “Il nostro primo obiettivo – conclude Gian Carlo Ciacci – è fare in modo che sia riconosciuto il nostro diritto nella determinazione dei Ristori, per sopravvivere e avere la possibilità di riprendere a svolgere il nostro lavoro. E nel lungo periodo programmare con impegno, creatività e nuove idee condivise la ripresa del nostro lavoro che è sì quello di far divertire coloro che decidono di entrare nei nostri locali, ma soprattutto quello di essere un punto di riferimento qualitativo e sicuro per i giovani del territorio.”