Avrà la funzione di intercettare le acque meteoriche del bacino a monte della Statale 16, evitando così che queste arrivino nel centro storico ed alleggerendo il carico della rete idraulica delle zone più antropizzate della città. È la Dorsale Ausa, uno degli interventi inseriti nell’ultimo aggiornamento del Piano di salvaguardia della balneazione (Psbo 2.0), con l’obiettivo di incrementare la sicurezza idraulica alla luce in particolare del ripetersi di fenomeni meteorologici particolarmente intensi in brevi periodi di tempo. Un’opera chiave per rendere più efficiente la gestione delle acque, di cui la Giunta comunale nell’ultima seduta ha approvato il progetto nella sua fase esecutiva, confermando il crono programma già stilato che prevede l’avvio dei lavori per il mese di dicembre.
Il progetto della Dorsale Ausa è stato inserito dal gestore Hera nel documento di revisione del PSBO approvato dal Consiglio Comunale a seguito della richiesta dell’Amministrazione, avanzata sulla base dell’analisi dei dati degli eventi meteorici rilevati tra il 2013 e 2019, caratterizzati da una maggiore frequenza di fenomeni più intensi e per questo non più considerabili eccezionali.
L’intervento scaturisce dall’opportunità di intercettare, a monte del centro urbano di Rimini, le acque bianche convogliandole al Deviatore Ausa. L’area oggetto di intervento si estende da via Montescudo, fino a via Covignano, seguendo in parallelo la SS 16 Adriatica, per un’estensione di circa 170 ettari, pari a circa il 23% dell’intero bacino servito. Si tratta di un’area caratterizzata in parte da superfici impermeabili a vocazione artigianale, in parte da terreno naturale o poco urbanizzato a vocazione residenziale e di seminativo. I contributi che si generano in seguito agli eventi meteorici intensi su questa porzione di territorio ricadono sui bacini più urbanizzati posti a valle. Attraverso l’indirizzamento al Deviatore Ausa si impedirà quindi a tali acque di entrare nel fitto reticolo della porzione più densamente antropizzata, consentendo una maggiore sicurezza idraulica delle zone a valle.
L’importo complessivo dei lavori è pari a 9,7 milioni, di cui 7,7 milioni oggetto di finanziamento ministeriale e 2 milioni a carico di Atersir.