A Cattolica neppure il maltempo ha fermato le celebrazioni per gli 80 anni della Liberazione dall’occupazione nazista e dal regime fascista. In tanti hanno sfidato la pioggia della mattina per prendere parte a ogni fase della commemorazione, dall’alzabandiera e deposizione delle corone alla processione in corteo, accompagnato dalla banda di Colombarone e Fiorenzuola di Focara, fino a piazza Roosevelt dove, dopo l’alzabandiera e deposizione di corone al Monumento alla Pace, si sono alternati gli interventi della Sindaca Franca Foronchi, di Maurizio Castelvetro, presidente di Anpi di Cattolica-San Giovanni in Marignano e Silvio Di Giovanni, scrittore cattolichino. Grande commozione alla consegna dell’attestato per il partigiano Odoardo “Edo” Conti, appena scomparso. A ricevere la pergamena sono stati i suoi famigliari. “Mio nonno è stato un grande antifascista” il ricordo del nipote.
“È bello vedere come Cattolica risponda sempre con grande partecipazione – ha detto la Sindaca Foronchi -. Siamo numerosi ed è molto importante essere qui oggi. Sono passati 80 anni da quel 25 aprile del 1945. Ci stiamo allontanando sempre di più da quei fatti e se ne stanno andando i testimoni di quella immane tragedia. Per questo il nostro compito, di istituzioni e di adulti, è di tenere sempre viva la memoria di quei giorni, degli eroi ed eroine che ci hanno donato libertà e pace, di tramandare alle nuove generazioni la verità della storia. Una verità che è sotto attacco da parte di continui tentativi di revisionismo e negazionismo. Non dimenticare è l’antidoto per poter impedire il ripetersi di quegli orrori. Per questo voglio ricordare due cattolichini appena scomparsi, Bruna Morganti, figlia di Guido, il sarto di Cattolica che salvò diverse ebrei dalla deportazione e dalla morte. Bruna ha raccolto l’eredità del padre, morto negli anni ’50, è ne è stata testimone per mantenere vivo quell’atto di solidarietà, speranza e pace di Guido, raccontandolo incessantemente fino alla fine della sua vita. E voglio ricordare Edo Conti, che ad appena 14 anni, scelse subito da che parte stare. Divenne staffetta partigiana e arrivò a frequentare le case di nazisti e del Podestà di Cattolica dove fingeva di giocare con i loro figli per carpire informazioni utili che poi riferiva ai combattenti della Resistenza. Una persona di grande coraggio. Ebbene adesso tocca a noi. Questi testimoni ci stanno lasciando e noi dobbiamo tenere in vita le loro storie e quello che hanno fatto per conquistare quella democrazia, libertà e pace nella quale viviamo a distanza di 80 anni. Ma la democrazia e la pace sono fragili e dobbiamo difenderle ogni giorno. Viva la Liberazione e viva Cattolica, città della Resistenza, oggi e sempre”. Dopo la prima cittadina è stato il turno di Castelvetro dell’Anpi e anche lui ha ribadito l’importanza della memoria. Silvio Di Giovanni ha commosso i cittadini con le sue parole, ricordando gli eventi principali che hanno portato il Paese nella tragedia della guerra e i grandi “partigiani” che hanno risollevato l’Italia dalle macerie, assicurandole 80 anni di pace.