Risale ad alcuni giorni fa la scoperta fatta dai Carabinieri della stazione di Saludecio riguardante un presunto commercio di reperti archeologici nel cuore della Valconca. I militari infatti, al termine di una perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto un vero e proprio tesoro, illecitamente custodito nella propria abitazione da D.D., classe 1964, originario di Saludecio, tipografo di professione, “archeologo” per passione, incensurato.
Avuta notizia di un commercio di monili risalenti addirittura all’epoca romana, i carabinieri si sono messi subito sulle tracce dell’incauto commerciante e sono giunti a scoprire nell’abitazione del tipografo una vasta quantità di reperti archeologici, risalenti a diverse epoche storiche – dall’età romana a quella medioevale, fino al più recente conflitto mondiale. Una vera e propria collezione privata, che l’uomo, alla vista degli uomini dell’Arma, ha definito il frutto di domeniche di “svago” trascorse nelle campagne in compagnia del suo metal detector, che nel tempo gli ha consentito di riportare alla luce:
- nucleo di 6 elementi in bronzo di epoca romana (non precisata) tra cui: una campanella, un pendaglio portafortuna, un frammento di fibula, un ago e 2 borchie da fissaggi;
- una selce lavorata di tipo rosso marchigiano di epoca pre protostorica della lunghezza di cm 6,1 – utilizzata quale strumento di lavorazione;
- una moneta in bronzo di difficile lettura – presumibilmente un asse di epoca romano repubblicana riferibile al secondo – primo secolo a.c.;
- nucleo di 19 monete in bronzo di epoca romana imperiale e tardo imperiale, talune di difficile lettura;
- nucleo di 19 elementi metallici di varia tipologia (borchie, chiodi, appiccagnoli) di epoca presumibilmente romana e posteriore, dei quali 18 in bronzo ed 1 in piombo;
- nucleo di 6 frammenti di contenitori / vasi di cui 4 ceramici e 2 in vetro databili a partire dall’epoca romano repubblicana;
- nucleo di 10 elementi di varia tipologia (4 elementi pavimentali in laterizio, 3 lapidei da pavimento in mosaico ed 1 frammento di intonaco dipinto in rosso, 1 elemento graffito e 1 frammento laterizio con tracce di bollo recanti almeno 4 lettere di cui le due centrali sono una s ed un c) di epoca romana;
- nucleo di 5 elementi in piombo di cui 2 lavorati databili a partire dall’epoca romana;
- moneta di epoca alto medioevo in bronzo – tipo bizantino;
- frammento laterizio con iscrizione in bollo di presumibile epoca medioevale;
- 56 elementi metallici di varia tipologia databili a partire dall’epoca romana fino a i primi del ventesimo secolo, tra cui una campanella, alcuni anelli, 3 ditali di cui due medioevali;
- 6 crocefissi in metallo, 54 medaglie e medagliette di tipo prevalentemente religioso, il tutto databile fra il XVII– XX secolo d.c.;
- 21 elementi metallici di cui 13 bottoni e 9 piombi riferibili ad epoca contemporanea compresa tra il XIX e XX secolo;
- 54 pezzi di epoca moderna e contemporanea- XVI e XIX secolo - riferibili a proiettili per archibugi e pistole nonché pezzi di piccola artiglieria rinascimentale;
- 23 monete di epoca moderna e contemporanea (dal XVI al XX secolo) illeggibili
- 39 monete di epoca databili dall’epoca medioevale alla prima metà del novecento, tra cui alcune monete delle famiglie: della rovere, medici nonché diverse monete dello Stato Pontificio, del Regno d’Italia e 3 della Repubblica di San Marino;
- una cassetta con materiale metallico, prevalentemente piombo e bronzo, databile dall’epoca romana fino al xx secolo.
Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro e l’archeologo amatoriale è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria di Rimini per possesso illecito di beni culturali.