Il bacio di Valentina Cenni e Stefano Bollani, seduti al pianoforte, sulle ultime note di Romagna Mia. I ragazzi del Centro 21 che danzano mentre l’orchestra Casadei suona “Vorrei incontrarti tra cent’anni”. Mirko Casadei che trasforma gli oltre mille del Palazzo dei Congressi in una grande marea umana che ondeggia al ritmo di “Ciao Mare”. Ron che con la chitarra in mano fa partire una manciata di accordi - intuibilissimi - e incanta raccontando di quando, insieme a Lucio Dalla, su un traghetto in mezzo al mare, ha composto “Piazza Grande”.
L’amore e il talento, il dolore e la resilienza, l’energia debordante della Romagna, la voce calda di un gigante della musica che iera sera ha reso omaggio alla sua bambina di un tempo, Riccione, la città dove tutto, anche per lui, è cominciato. L’atto secondo del Premio San Martino d’Oro è un monumento alle emozioni. C’è dentro davvero di tutto. C’è bellezza, soprattutto, nelle parole, nei volti, nell’arte che viene espressa, nelle immagini di un presente vivido e di un passato che continua a tracciare la rotta. Le parole per mettere a sintesi tutto le trova Mirko Casadei, prendendole in prestito dal capolavoro di Ron che dà il titolo alla serata, “Riccione è un faro che brilla”. Brilla di una luce calda, espressione di una comunità che ieri sera in massa ha partecipato a un grande evento di città e di spettacolo, di passione e di meraviglia. Un abbraccio collettivo a due creature di questa terra: l’associazione Centro 21 e la cooperativa Cuore 21 premiate con il San Martino d’oro e Valentina Cenni a cui è andato il San Martino d’oro come ambasciatrice nel mondo.
Le prove da Oscar per Valentina Cenni
Nipote di due sindaci (Biagio Cenni e Dante Tosi), Valentina sul palcoscenico ci sta con la naturalezza di chi si trova nel salotto di casa. Spontanea, solare, divertente. Scorrono le immagini di lei al parco della Resistenza (una felicissima intuizione del nonno Biagio) e Valentina, premiata dalla vicesindaca Sandra Villa, gioca a fare “le prove per il primo Oscar”. L’elenco dei ringraziamenti è lunghissimo e comprende tutti i componenti della sua famiglia, dai nonni sindaci alla nipotina Dora. Ne mancherebbe uno… Lei si autocandida a cantare una canzone ma chiede se in sala ci sia per caso un pianista. In effetti c’è e si mette al pianoforte insieme a lei. Valentina Cenni e Stefano Bollani insieme cantano la versione forse più delicata e appassionata di Romagna Mia, terminandola con una bacio.
Centro 21: la rappresentazione della resilienza
Il momento della premiazione del Centro 21 è la rappresentazione su un palcoscenico di cosa significhi fino in fondo la parola resilienza. Ci sono i lunghi applausi e i momenti di commozione dedicati a chi ha perso la vita nella tragedia del sette ottobre ma c’è soprattutto uno sguardo rivolto al futuro, nella convinzione che “il nostro cuore - le parole sono di Luca - continuerà a battere per loro, per noi e per il nostro futuro”. “Siete bellezza, siete contaminazione, siete esempio e date tantissimo alla nostra città”, dice la sindaca Daniela Angelini, premiando la presidente di Centro 21 Cristina Codicè. Per la prima volta dopo l’incidente, i ragazzi tornano a ballare su un palcoscenico guidati dalle coreografe Eleonora Gennari e Valeria Fiorini sulle note di “Vorrei incontrarti tra cent’anni”. “Siamo vivacità, siamo accoglienza, siamo Riccione, la città che con questo premio riconosce chi siamo”, dice Beatrice. Sul palco sale anche Ron, che insieme a Mirko Casadei (che ricorda il “mio amico Massimo Pironi”), aveva promesso di tornare a Riccione in segno di omaggio alle vittime.
I ricordi di Ron, la grinta di Casadei
La brillante conduttrice, la giornalista di Icaro Tv (che ha trasmesso l’evento in diretta regionale) Simona Mulazzani, dialoga con gli artisti prima dei concerti e subito si sbloccano ricordi. Ron parte dai suoi sedici anni (lui è del 1953), dai primi concerti nei locali di Riccione, da “Il gigante e la bambina”. “Come vorrei trovare Riccione tra cent’anni? Poco diversa. Vorrei ritrovare il pesce eccezionale che ho mangiato questa sera. Sembra banale, non credo sia scontato. Vorrei che i romagnoli potessero essere esportabili. Siete colti di vita”.
Mirko Casadei parte con un inno all’accoglienza e all’integrazione (Ad chi sit è fiol? - Di chi sei il figlio?) per poi spaziare tra i grandi successi del repertorio di famiglia. I mille della Sala Concordia si scatenano tra canti e onde umane. Sul palco arriva anche Ron e insieme cantano “Romagna Capitale” e “Romagna mia”, alternandole con “Piazza Grande”. Infine sul palco ci resta soltanto Rosalino Cellamare con la sua voce che sembra tradirlo quando parla (si scusa più volte degli abbassamenti improvvisi) ma che lo sostiene alla grandissima quando pesca tra il meglio del suo repertorio tra pianoforte e chitarra. Il sipario cala poco prima della mezzanotte: non sembra il finale di una storia ma piuttosto il momento della ripartenza di una città capace di farsi contaminare dalla contagiosità di tanta bellezza.