Oltre 1.200 persone hanno partecipato alla beatificazione di Sandra Sabattini, la giovane riminese di 22 anni, discepola di don Oreste, la “santa della porta accanto” come l’ha definita papa Francesco, la prima fidanzata beata della storia della Chiesa. Le persone si sono disposte tra Basilica Cattedrale, sagrato, cortile della Diocesi e via IV Novembre, in ottemperanza alle normative anti-Covid e in maniera molto responsabile. Molti i membri della comunità Papa Giovanni XXIII, a cui apparteneva Sandra è nella quale si era formata nella fede, provenienti anche da diverse regioni d'Italia. E ancora le parrocchie della Diocesi di Rimini, associazioni, movimenti, comunità religiose, associazioni di volontariato. Il prefetto di Rimini, il sindaco di Rimini, autorità civili e militari.
La celebrazione si è aperta con la processione con in testa la Croce e la Parola di Dio. Il presidente, cardinale Marcello Semeraro, Prefetto Congregazione delle cause dei santi, era accompagnato dal Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi; il Vescovo di San Marino-Montefeltro mons. Andrea Turazzi; il Vescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado, mons. Vanni Tani; il Vescovo di Pesaro, mons. Piero Coccia; il Vescovo emerito di Ferrara-Comacchio, mons. Paolo Rabitti, il Vescovo di Forlì, mons. Livio Corazza; mons. Claudio Maria Celli, Prefetto emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali; sacerdoti, diaconi e accoliti.
Il Rito della Beatificazione si è aperto con la richiesta del Vescovo di Rimini di procedere alla beatificazione di Sandra, ed è proseguito con la lettura - da parte del postulatore della causa, padre - del profilo biografico della 22enne riminese. Il cardinale Semeraro ha successivamente proceduto alla lettura (in latino) della Lettera Apostolica con la quale Papa Francesco ha iscritto Sandra Sabattini nel numero dei Beati. Tutto il Duomo (e le zone adiacenti) si è alzato in piedi esplodendo in un applauso fragoroso, durato diversi minuti, accompagnato dal canto del coro composto da coristi della Papa Giovanni XXIII, Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito e parrocchia di San Girolamo (dove ha vissuto gran parte della vita Sandra). Il cardinale Semeraro ha abbracciato il Vescovo Lambiasi e ha consegnato a lui, al postulatore padre Antonio Marrazzo e a Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della comunità Papa Giovanni XXIII, la Lettera Apostolica mentre il coro cantava il “Gloria”.
Il momento successivo è stato molto intenso e toccante: il miracolato per intercessione di Sandra, Stefano Vitali, ha portato processionalmente l'unico resto mortale di Sandra, un capello, conservato dal fidanzato Guido in una scatola di caramelle che la stessa Sandra aveva decorato. La reliquia è stata posta ai piedi dell'altare, insensata e venerata dal cardinale Semeraro, mentre a metri era stata svelata la grande immagine di Sandra sorridente.
La prima lettura della Celebrazione eucaristica è stata letta da Mariangela Ramberti, non vedente, riminese. La seconda lettura è stata letta da Laila Lucci, biografa di Sandra Sabattini, mentre il vangelo è stato proclamato da Guido Rossi, diacono e fidanzato di Sandra.
La preghiera dei fedeli sono state recitate dalle “amiche storiche di Sandra”, mentre la processione offertoriale è stata portata dal babbo Giuseppe e dal fratello Raffaele, poi Giovanni Paolo Ramonda e la cugina di Sandra, Enrica. Pato Castillo, cileno di origine, sposato e oggi residente a San Marino, ha tradotto tutta la celebrazione nella lingua dei segni (Lis). Al termine, ha preso la parola il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, in primis per “esprimere l’unico sentimento che vibra nel cuore di tutti e ciascuno: grazie. Quella di oggi è una bella grazia che ricorderemo a lungo".
La memoria liturgica di Sandra è prevista il 4 maggio.