Questo il calcolo fatto dai corrieri delle aziende che consegnano pacchi per conto di Amazon e che hanno deciso di scioperare di fronte allo stabilimento di Santarcangelo di Romagna (Rimini) del gigante del commercio online. Oltre ai ritmi di lavoro che giudicano "insostenibili", i manifestanti denunciano il mancato confronto sull'assunzione dei lavoratori precari.
"In alcune fasi dell'anno - spiega Massimo Bellini, segretario generale Filt-Cgil Rimini - i ragazzi devono svolgere picchi di 180 consegne con oltre 200 pacchi" al giorno, e quindi si arriva ad avere "una consegna ogni 2 minuti e 25 secondi". Una situazione "paradossale" quella emersa dagli incontri con le ditte di consegna e con la loro rappresentante Assoespressi, sostiene Bellini: "Le aziende ci davano ragione in merito alle nostre richieste, ma scaricavano la responsabilità su Amazon" e sull'"algoritmo". "Però il rapporto con Amazon ce l'hanno le aziende, non noi", sottolinea.
Tra i manifestanti c'è Alberto Montalbotti, rappresentante sindacale, 50 anni, driver precario dal 2020. I contratti sono sempre "a tempo determinato: tre mesi, sei mesi. L'ultimo di 11", rivela. Dopo due anni così, con un contratto in scadenza il mese prossimo, era convinto che sarebbe stato stabilizzato, ma "all'improvviso ho saputo che non mi viene rinnovato". "Ho tre figli minori e una moglie che ha un brutto male e non può lavorare - racconta -, è tutto basato su di me. Mi ritrovo a spasso. A 50 anni non è facile".
Spesso si notano i furgoni delle consegne andare troppo veloci, ammettono gli stessi manifestanti, che parlano di pericolo per la sicurezza loro e degli altri utenti della strada. "A volte si fa molta fatica - racconta un altro driver ed rsa, Tonino Inferera - "perché con i ritmi e i volumi che ci dà Amazon non possiamo garantire la sicurezza". "Tante volte - ammette - capita che si fanno degli sbagli che con più tranquillità non si farebbero".
Cronaca
15:22 - Cattolica