E’ un momento storico di profondo cambiamento a livello istituzionale, per quanto riguarda il tema della sicurezza sul lavoro. Il nuovo Decreto Legge fiscale, all’articolo 13, allo scopo di rafforzare il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, si pone come obiettivo primario il potenziamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, attribuendogli competenze aggiuntive, fino ad oggi di esclusiva autorità delle Regioni e delle Aziende Sanitarie Locali. Potrebbe essere una novità positiva importante, eppure non mancano gli aspetti critici.
Ne parla il Dott. Andrea Guerrini, presidente della Commissione d’Albo dei Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro del multi-ordine sanitario TSRM - PSTRP delle province di Forli-Cesena e Rimini. “Il problema attuale è che lo Stato, pone quale rimedio al problema delle morti sul lavoro, degli infortuni e delle malattie professionali, l’inasprimento delle sanzioni e l’adozione di provvedimenti coercitivi a carico delle ditte oggetto di controllo, tralasciando allo stesso tempo gli investimenti in termini di risorse economiche e umane nel campo delle attività di promozione, prevenzione e miglioramento della salute nei luoghi di lavoro. Nell’immediato potrebbe anche funzionare, soprattutto a livello mediatico, ma bisognerebbe invece avere il coraggio di concentrare le risorse in interventi ampi e complessi, con investimenti legati a riforme strutturali e sociali, in grado di accrescere la cultura della sicurezza. Noi Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro agiamo prima che gli eventi avversi possano accadere, attraverso interventi di prevenzione con azioni mirate ad annullare o limitare i rischi. Ma il problema è culturale, bisognerebbe iniziare a trasmettere la cultura della prevenzione già dalle scuole primarie. Eppure il tema è cruciale, e ha numeri drammatici: negli ultimi 14 anni in Italia ci sono stati circa 15 mila morti sul lavoro (più di mille all’anno di media) e dieci milioni di infortuni. Nei primi 8 mesi del 2021, i morti sul lavoro sono stati 872. Nonostante questo, noi Tecnici della prevenzione siamo sotto organico di almeno 1400 unità, su scala nazionale, ed è anche su questo che si dovrebbe investire”.
Quella dei Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di lavoro è una figura professionale istituita con il Decreto Ministeriale n.58/1997 e che ha un proprio ordinamento didattico. Tuttavia, la storia di questi operatori risale addirittura a fine ‘800, quando nacque il Vigile Sanitario, che nel 1978, in concomitanza all’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, si è trasformato in Personale di vigilanza e ispezione. Attualmente per accedere alla professione bisogna seguire un percorso di formazione specifica: la laurea triennale in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di lavoro, la quale affronta diverse tematiche tra cui medicina del lavoro, igiene generale, industriale e alimentare, tutela ambientale, epidemiologia e statistica sicurezza nei luoghi di lavoro, chimica, fisica, diritto, organizzazione e programmazione sanitaria. La formazione prosegue con un corso di laurea magistrale, necessario per accedere alla dirigenza delle professioni sanitarie. Infine, ci sono percorsi professionalizzanti quali master di primo e secondo livello.
“Sempre nell’ambito delle rispettive competenze ci occupiamo di vari aspetti legati alla prevenzione – continua il dott. Guerrini - con diversi compiti ispettivi e di vigilanza, che vanno dalla sicurezza sul lavoro, alla sicurezza alimentare, al controllo sui prodotti cosmetici, all’igiene e sanità pubblica veterinaria nonché al controllo degli ambienti di vita. All’interno delle AUSL e delle ARPAE collaboriamo con diverse figure professionali, quali medici, ingegneri, chimici, biologi e assistenti sanitari e diversi organi di polizia giudiziaria”.
Nell’arco delle due province di Forlì-Cesena e Rimini, gli operatori iscritti all’Albo dei Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro sono circa 150, fra chi lavora nel settore pubblico e chi nel privato.