Nel periodo della pandemia crescono investimenti, ore e professionalità per il sostegno disabilità. Solo nel 2021 970 mila euro e più di 500 ore dedicate all’integrazione e servizi speciali. In un quadro nazionale di progressivo abbandono, quella di Rimini può essere considerata una realtà in controtendenza, frutto di precise scelte amministrative e del fecondo tessuto professionale locale legato al sostegno handicap. Rimini, consapevole dell’aumento della richiesta, e fermamente convinta nel garantire a tutti coloro che ne hanno il diritto e il bisogno l’accesso e il sostegno professionale necessario, ha in questi anni aumentato in maniera esponenziale il proprio investimento, passando da uno storico di circa 650 mila euro ai 970 mila euro messi a disposizione per l’estate in corso. In termini di impegno professionale significa portare il pacchetto ore di educatori per i centri estivi da 240 a 300 ore per i minori da 0 a 6 anni e da 160 a 200 ore per i minori da 6 a 18 anni. Questo per garantire la più ampia partecipazione alle attività estive dopo il lungo periodo di isolamento. Uno sforzo inedito a livello locale, anche in una regione al top per questi servizi come l’Emilia-Romagna. Il servizio educativo estivo è per la nostra comunità una istituzione molto importante perché supporta le famiglie durante il lavoro stagionale.
D’altro canto, va letto con attenzione il fenomeno descritto dalla stampa nazionale secondo il quale molti minori disabili non possono partecipare ai centri estivi perché non viene garantito il sostegno educativo o perché non sono disponibili professionalità idonee, o peggio (poiché gravemente discriminatorio), viene loro chiesta una retta aggiuntiva per finanziare il servizio. Questi sono tutti segnali chiari di una grande difficoltà da parte del sistema pubblico a sostenere una crescita di domanda di servizi che negli ultimi dieci anni ha subito incrementi enormi.