Hanno colpito ancora. Incuranti e menefreghisti nell'essere a poche centinaia di metri dalla Prefettura, il Palazzo del Governo. Anzi, la spaccata all'Osteria Io e Simone sa quasi di provocazione: guardate come siamo bravi, non ci fate paura il messaggio che sottintende l'ennesimo grave atto vandalico perpetrato nel centro storico di Rimini. Siamo solo alla fine di maggio, signori. Il peggio deve ancora arrivare e se le premesse sono queste sarà un'altra estate di patemi e preoccupazioni per chi governa la città e per chi ha le redini sulle forze dell'ordine. Ma, inutile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Nella Rimini di oggi si concede il bello e il cattivo tempo a chiunque, senza distinzione tra centro città e periferie. Esiste un rimedio a tutto ciò? Ce lo dicano, perché non è possibile assistere impotenti a questi raid impuniti. Ci sono le telecamere? Che li prendano e, soprattutto, che funzionino. Esiste una giustizia degna di tale nome? Che li puniscano come giusto che sia? Perché ai titolari dell'Osteria, come a tanti altri poveretti costretti a subire, va dato atto del legittimo sfogo e della giusta preoccupazione. Come si fa a lavorare in questo modo? Direte, esiste l'assicurazione. Verranno ripagati. Ma è accettabile che chi riesce a lavorare dopo due anni di pandemia debba trovarsi in queste condizioni? Conosciamo Massimo Zangheri e la sua famiglia: lavoratori capaci e onesti, gente di assoluta stima, benvolta ed amata da tutti. Questo schifo non è tollerabile. Specie se chi si sente autorizzato di farlo sfida anche il rischio di fare spaccate dietro l'angolo della prefettura. E allora, dateci dentro lor signori. Togliete questa feccia da Rimini, ripulite una città che purtroppo si distingue per una delinquenza intollerabile. E state vicini a chi si ritrova con le vetrine rotte dopo 17 ore di lavoro. Perché poi se qualcuno scrive che non se può più (e, si badi bene, non è il caso specifico) è difficile dargli torto.
Cronaca
15:22 - Cattolica