I suoi muri hanno accolto tante generazioni di alunni delle elementari delle zone rurali che si affacciano sulla Marecchiese, fino a 30 anni fa. Poi hanno accolto chi è fuggito da guerre e persecuzioni in Africa e in Asia, i richiedenti asilo ospitati dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, che gestisce la ex scuola elementare di Spadarolo trasformata in Centro di Prima Accoglienza. Ed ora quelle mura sono diventate anche “tela” per la street art di Mozone e Burla, due conosciuti writers del riminese che dal vissuto della ex scuola hanno preso le mosse per creare due graffiti, uno che guarda alla Valmarecchia e uno al mare. I quali, oltre che opere in sé, sono anche un abbozzo di quello che potrebbe diventare un progetto di riqualificazione urbana che dipana l’arte lungo la Marecchiese, nell’immediata periferia di Rimini.
Due scene scolastiche nate dalle bombolette, due immagini a cavallo tra il passato e il presente, contemporanee dei dettagli e senza tempo nell’essenza. A monte una bambina che sorride al suo bambolotto ascoltando mp3 dalla cuffia.
Ispirato alla scuola anche il graffito di Burla, ma anche dal fatto che lì, ora, vivono dei migranti. E quindi il disegno, una ragazza e un ragazzo che vivono la ricreazione fianco a fianco sul banco.
"I due writers - dice Monica Ciavatta, responsabile del settore Migranti della Cooperativa Sociale Cento Fiori - ci hanno proposto il progetto, senza chiederci alcun impegno. Una iniziativa che ci ha lusingato e che siamo stati ben felici di accogliere e favorire in ogni modo”.