La prima Corte d'Assise di Roma ha condannato 9 anni di carcere l'ex imprenditore Giulio Lolli, estradato dalla Libia nel 2019, e accusato dai pm di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo e traffico d'armi internazionale.
I giudici hanno accolto l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco che aveva sollecitato una condanna a 8 anni di carcere.
Secondo i pm di piazzale Clodio, Lolli aveva un "ruolo direttivo" in una organizzazione terroristica di matrice islamica in cui militava in Libia.
Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip capitolino nel dicembre di tre anni fa, sono citati anche i risultati di una rogatoria internazionale dalla quale emerge che l'italiano era "detenuto dal 17 dicembre 2017 nel carcere di Mitiga (Tripoli) con l'accusa di terrorismo per la collaborazione fornita al gruppo armato denominato Shura di Bengasi oltre che di detenzione illegale di una pistola e trattenimento illegale in Libia". Secondo il capo di imputazione Lolli, al fine di favorire l'organizzazione terroristica, ha introdotto in Libia "cedendole a terzi armi da guerra destinate al rifornimento di unità combattenti della prima linea d'assalto" .Lolli, inoltre, è coinvolto anche in una altra vicenda giudiziaria a Rimini per l'accusa di associazione a delinquere. Nell'ottobre scorso i giudici di secondo grado di Bologna hanno confermato per lui una condanna a quattro anni e sei mesi.
Sulle tracce di Lolli in Libia, c'erano arrivati per primi i carabinieri di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore, Davide Ercolani, titolare dell'indagine sulle truffe e il fallimento della Rimini Yacht. Lolli, imprenditore oggi condannato a Roma, era sparito dopo una fuga rocambolesca nel Mediterraneo e numerose truffe milionarie; era ricercato dagli inquirenti riminesi in mezza Europa, dalla Svizzera a San Marino, fino al Nordafrica.