L'industria del divertimento, specie quello notturno, complice l'emergenza coronavirus rischia di spegnersi. Molti locali all'aperto, per lo più discoteche, probabilmente resteranno ancora chiuse per alcuni mesi. 2500 aziende, di piccole e medie dimensioni sono destinate a scomparire, aumentando di almeno 90 mila unità il numero dei disoccupati italiani.
Questo è il quadro della situazione, rappresentato in un comunicato congiunto da Fabio Sabbatani Schiuma, Resp. Nazionale del dipartimento per i rapporti con l’associazionismo di Fratelli d’Italia, Angelo Bertoglio Vice Segretario nazionale di Riva Destra e dalla riminese Daniela Borghesi (nella foto) Vice Coordinatrice regionale Riva Destra con delega alla Romagna.
“Il mondo della notte - dicono - si spegne e un comparto che vale oltre 4 miliardi di euro, con 2500 aziende e 90 mila lavoratori, sta suonando la "campana a morto" del lockdown". È stato questo il grido di allarme di Maurizio Pasca, presidente nazionale del SILB, il sindacato che riunisce i locali da ballo italiani. Loro sono stati infatti i primi a chiudere, già da febbraio, dimostrando grande senso di responsabilità, ma le previsioni per la riapertura parlano addirittura del prossimo anno. E ciò significherebbe veder fallite, secondo le stime, almeno il 70% delle attività. Nessun intervento finora è stato almeno ipotizzato dal governo, a salvaguardia dei lavoratori del settore e del loro imponente indotto: dai camerieri ai barman, passando per i cosiddetti 'buttafuori', peraltro mai definitivamente inquadrati in termini contrattuali e legislativi, ma anche dj, pr, fino alle forniture e ai servizi. Eppure non sono insensate le richieste di un comparto che sostiene notevolmente anche l'industria turistica tutta: da una pace fiscale fino alla sospensione dei termini di pagamento delle utenze, passando per contributi a fondo perduto. L'occasione può pero' essere utile non solo per salvare una categoria di lavoratori, ma anche per ripensare a una movida più sicura, un progetto alternativo di divertimento con idee innovative. Nessuno pensa poi che i giovani non staranno a casa per un anno e saranno altrimenti comunque preda dell'abusivismo commerciale di feste clandestine, compresi i fatidici rave party, ove regnano la mancanza di controllo e di sicurezza e il proliferare della droga da sballo”.
Secondo Fabio Sabbatani Schiuma, “Domani con la fase 2, ma non nel 2021, andrà tutelata la salute di utenti e lavoratori: l'occasione può appunto essere quella di ripensare a un più sano divertimento, senza che esso sia costituito solo da riproduzione musicale e somministrazione di alcoolici. Questo puo' esser fatto coinvolgendo in primis una categoria, che pero' oggi rischia l'azzeramento.