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Cronaca 09:45 | 22/07/2020 - Cattolica

“Buio”, il film rivelazione del 2020 conquista l’Arena della Regina

La scorsa domenica, 19 luglio, l’Arena della Regina ha “ospitato” la proiezione del film “Buio”. Una pellicola rivelazione che ad inizio mese ha permesso alla regista Emanuela Rossi di vincere il premio Siae ai Nastri d' Argento per la migliore sceneggiatura. La stessa regista è stata presente alla serata per introdurre la visione del proprio lungometraggio e fermarsi a chiacchierare con il pubblico al termine della visione. “Una emozione unica, commovente, storica – spiega la Rossi - con un film indipendente ed autoprodotto grazie alla Film Commission Torino”. Una fanta-storia con protagoniste tre giovani sorelle costrette in casa dal padre che sostiene di volerle proteggere dall'apocalisse, là fuori. Un thriller insolito e avvincente, girato nel 2019, che è approdato sul grande schermo ironicamente proprio ora che abbiamo in qualche modo vissuto tutti il lockdown, a proteggerci da un'apocalisse che si chiama Covid 19. Soddisfatti per il riscontro della serata i responsabili dell’Associazione Toby Dammit che insieme a Giometti Cinema hanno allestito il cartellone di proiezioni in Piazza della Repubblica. Presente a fare gli onori di casa ed incontrare la regista anche l’Assessore al Turismo Nicoletta Olivieri. “È stato un piacere scambiare due battute con Emanuela – ha detto la Olivieri – e scoprire quanta passione c’è dietro questo suo lavoro. Un impegno ripagato dai giusti riconoscimenti che la pellicola sta riscontrando. La ringraziamo per aver portato anche nella nostra città la “sorpresa” di questa visione”.

 

LA PELLICOLA. Il film racconta la storia di Stella, diciassette anni, che vive con le due sorelle più piccole, Luce ed Aria, in una casa dalle finestre sbarrate, una sorta di eterna quarantena. Ogni sera, il padre rientra, si spoglia della maschera antigas e della tuta termica, porta il cibo e aggiorna le figlie con i racconti dell’Apocalisse in corso, che continua a decimare l’umanità. Ma all’interno della casa ci sono dei conflitti: le ragazze stanno crescendo, si modificano gli equilibri. Una sera il padre non torna e una delle due ragazze, Stella, decide di uscire per cercare del cibo. "In un attimo - spiega la sceneggiatrice - lo scenario apocalittico del mio film, la quarantena e il confinamento sono tragicamente diventati realtà Non c'è bisogno di essere profetici, basta seguire i tg ogni giorno, e se uno guarda tutti gli scrittori un po' distopici loro addirittura lo avevano previsto con anni di anticipo. Tutti questi temi, il clima, i cambiamenti della natura, lo scioglimento dei ghiacciai etc, sono sempre più evidenti. Io li ho solo cominciati a sentire molto e metterli tutti in fila". Un genere inconsueto per il cinema italiano, che la regista spiega così: "Mentre il cinema d'autore italiano si rifà ad un modello neorealista, io ho guardato ad altri modelli, che negli ultimi anni sono venuti fuori, prodotti europei in cui c'erano tematiche d'autore ma trattate in modo differente, mescolando i generi e introducendo argomenti diversi tra loro, al di là del personale". Uno sguardo dunque al cinema di Lars Von Trier ma anche l'introduzione di temi 'classici', come quello della famiglia. L'esordio da regista, per Emanuela Rossi non sarà un'esperienza isolata. "Ho già una seconda idea, sempre su questo tipo di percorso. Usare questo linguaggio - rivela - per parlare dell'oggi. Perché per me questo è l'oggi, e quindi...cerchiamo di parlarne".