Abbiamo incontrato Chiara Baiocchi, avvocato matrimonialista e di famiglia con oltre 20 anni di esperienza a Rimini, Milano e Roma. Chiara Baiocchi si occupa di separazioni, situazioni patrimoniali fra coniugi, diritti dei minori ma anche di violenza di genere; è co-fondatrice di Rete Nazionale Forense e socia del Movimento contro la violenza sulle donne. Chiara Baiocchi si batte affinchè le sue assistite possano riuscire a rompere, ognuna nella propria storia, quel soffitto di cristallo che ancora costringe moltissime donne ad una vita di coppia o di relazione in una condizione di inferiorità sociale, economica o addirittura di violenza psicologica o fisica per i più svariati motivi o semplicemente perchè così è sempre stato.
Avvocato Baiocchi come donna e avvocato cosa si sente di dire a tutte le donne che si trovano in una difficoltà all’interno del proprio rapporto di coppia o di lavoro, in quanto donne?
La mia linea legale nella consulenza che offro in studio a coniugi che non vogliono più proseguire nel rapporto matrimoniale è di rivendicare il massimo delle condizioni preservando il bene dei figli minori e la bigenitorialità anche laddove il matrimonio sia giunto al capolinea. Credo inoltre fortemente nell’immagine della Donna come forza creatrice ove l’uomo debba custodire tale forza. Non vale più il detto da poetica androgina woolfiana per cui dietro un grande uomo si nasconde una grande donna. Il paradigma è cambiato e ora è arrivato il tempo rivoluzionario per cui ora è la donna che deve costruire mentre l’uomo deve essere il suo alleato e complice, deve pararle le spalle, preservarla e agevolarla in questa sua azione costituente. Forse la business etiquette e quindi il bon ton vorrebbero una donna ridotta a una statuina. Quello che io dico alle mie assistite è che ci deve essere una tolleranza zero, rimanendo sempre vigili anche rispetto alle battutine, alle piccole e grandi volgarità. Le battute sessiste non mi piacciono. Non mi piace questo termine, sessista, sgradevole anche come suono, ma fa capire bene di cosa si stia parlando, ossia di come atteggiamenti comunemente accettati nascondano in realtà un abuso. Catcalling, stalking, violenza sono tutti ingredienti di uno stesso abuso a cui personalmente non offro nessuna attenuante.
Che mondo si immagina per le prossime generazioni ed in particolare per la Donna?
Nella mia professione di avvocato e nel mio ruolo di madre e moglie io desidero lavorare per un mondo nuovo. Mi spiego, io ho due figli maschi per quanto abbia fortemente desiderato di avere una figlia femmina e mio marito ed io stiamo educando i nostri ragazzi al rispetto perchè secondo noi si parte solo da lì. Tra moglie e marito si può non essere d’accordo su tante questioni, da come si spendono i denari a come si educano i figli ma non può mai mancare il rispetto reciproco. Purtroppo nella famiglia nessuna scelta è coperta da garanzia di successo, si fanno molti errori e anche quando un matrimonio finisce è necessario resistere alla rabbia e alla tentazione di screditare l’altro di fronte ai figli. La mia linea legale nella consulenza che offro in studio a coniugi che non vogliono più proseguire nel rapporto matrimoniale è di rivendicare il massimo delle condizioni preservando il bene dei figli minori e la bigenitorialità anche laddove il matrimonio sia giunto al capolinea. Credo inoltre fortemente nell’immagine della Donna come forza creatrice ove l’uomo debba custodire tale forza. Non vale più il detto da poetica androgina woolfiana per cui dietro un grande uomo si nasconde una grande donna. Il paradigma è cambiato e ora è arrivato il tempo rivoluzionario per cui ora è la donna che deve costruire mentre l’uomo deve essere il suo alleato e complice, deve pararle le spalle, preservarla e agevolarla in questa sua azione costituente. Forse la business etiquette e quindi il bon ton vorrebbero una donna ridotta a una statuina manierosa che per acquistare forza e credibilità nel proprio mestiere debba per forza annichilirsi o rinunciare in pieno alla propria femminilità, infilandosi in tailleur complianti o evitando di indossare reggiseni che promettano più di quanto la legittima proprietaria possa mantenere. Ma veramente pensiamo nel secondo millennio che la credibilità e l’educazione si debbano dividere per genere? E che le donne debbano sorridere ogni volta che sia possibile? Bene, vi do una notizia: io quando leggo tutto questo, non sorrido più. Il cuoe della questione di cui stiamo parlando passa dalle disattenzioni, dalla leggerezza, dai piccoli abusi quotidiani, oltre che dai grandi crimini. Questo dimostra che sono ancora potenti gli schemi culturali che non solo imbrigliano le donne in cornici ma riescono anche a convincerle che va bene così. Ingannare quindi diventa come sempre più semplice che convincere di essere state ingannate.
Lei è anche molto bella, si presenta così bene, in un’immagine anche molto glamour; quanto questo aspetto condiziona l’idea che i suoi colleghi o assistiti possono avere di lei?
Io non mi sono mai sentita particolarmente bella e comunque nella mia vita ho sempre studiato molto e voglio che le persone con cui lavoro mi apprezzino per quello che so fare. Sicuramente mi gratificano molto di più i messaggi di ringraziamento dei miei assistiti che scegliendomi come avvocato mi consegnano le chiavi di casa e spesso il loro futuro, che non i complimenti per il mio aspetto. Contemporaneamente però non rinuncio neppure alla cura di me stessa e non nascondo la mia femminilità. Per quanto riguarda la percezione che i miei colleghi e collaboratori hanno di me, posso dire che il mio team di lavoro è fatto di uomini e donne preparati professionalmente e collaboro con i migliori professionisti italiani nel mio settore di specializzazione e ci stimiamo reciprocamente. In tanti anni di lavoro ho intessuto importanti collaborazioni e relazioni sul territorio nazionale e non mi accontento mai. Io non lavoro mai da sola e nel mio gruppo di lavoro e studio ci sono tanti avvocati donne e uomini e non ci giudichiamo per le apparenze. cuore della questione di cui stiamo parlando passa dalle disattenzioni, dalla leggerezza, dai piccoli abusi quotidiani, oltre che dai grandi crimini. Questo dimostra che sono ancora potenti gli schemi culturali che non solo imbrigliano le donne in cornici ma riescono anche a convincerle che va bene così. Ingannare quindi diventa come sempre più semplice che convincere di essere state ingannate.