Il ruolo sociale che i pubblici esercizi hanno e possono acquisire sul tema della violenza contro le donne può diventare cruciale perché sono testimoni, più o meno consapevoli, della vita delle persone e con essa delle storie, degli spaccati, dei racconti quotidiani. Parte da questo presupposto l’iniziativa creata e sviluppata dal Gruppo Donne FIPE-Confcommercio, che raccoglie al fianco della presidentessa Valentina Picca Bianchi 150 donne imprenditrici attive nella Federazione, molte di loro provenienti da ruoli apicali a livello locale, regionale e nazionale. In un’ottica di crescita etico-sociale delle aziende associate, il Gruppo Donne imprenditrici Fipe-Confcommercio ha inserito all’interno della sua mission, quella di rendere i pubblici esercizi luoghi presidi di sicurezza, attraverso un progetto di prevenzione della violenza di genere.
“Ci stiamo lavorando insieme al Ministero dell’Interno e al Dipartimento Centrale Anticrimine della Polizia di Stato – spiega Alessandra Della Torre, consigliera di FIPE della provincia di Rimini, nel Consiglio del Gruppo Donne FIPE e a capo di questo progetto – con i quali abbiamo già portato avanti diversi incontri. L’idea, nata lo scorso novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, si è sviluppata e nelle prossime settimane si tradurrà in un Protocollo d’intesa e in un road show per presentare e avviare alcune iniziative concrete. I casi di cronaca, infatti, ci raccontano di donne in fuga dai loro aguzzini che trovano rifugio nei bar o nei ristoranti aperti e di attenzioni eccessive e tutt’altro che ricambiate da parte di clienti insistenti. Per questo vogliamo contribuire a trasformare la capillare rete dei locali italiani in un vero e proprio sistema in cui trovino spazio prevenzione e contenimento della violenza sulle donne. Una violenza che troppo spesso finisce per incrociare in maniera diretta o indiretta i locali italiani. È essenziale che chi si trova a vivere queste situazioni sia formato e preparato ad affrontarle al meglio, a riconoscere i segnali di pericolo e a reagire di conseguenza. Per questo stiamo pensando anche ad un cocktail speciale che, se ordinato, sarà come la segnalazione di un disagio che si tradurrà in una richiesta di intervento delle forze dell’ordine. Vogliamo mettere in campo tutti gli strumenti che abbiamo per dare il via ad una rivoluzione che è prima di tutto culturale, in particolare in questo momento di pandemia che vede le donne ancora più fragili in casa e nel mondo del lavoro”.