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Cronaca 10:47 | 12/12/2017 - Rimini

"Un'ordinanza esempio per tutti"

“Dobbiamo togliere queste donne dall'inferno e l’ordinanza del Comune di Rimini, che è operativa da ieri, è una buona strada da percorrere” afferma Paola Taddei della Cisl Romagna “perché bisogna interrompere la catena che crea ricchezza sporca, intervenendo su chi paga, sul cosiddetto cliente”. L’ordinanza del Comune di Rimini, infatti, fa divieto a chiunque di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco a chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. Rimini è la seconda città dopo Firenze che decreta un simile atto amministrativo, che ha pure dei risvolti fiscali perché la Polizia Municipale potrà notificare i nominativi alla Guardia di Finanza per accertamenti riguardanti una possibile evasione fiscale. "Si calcola che circa un uomo su dieci abbia rapporti con prostitute e che in Italia questo giro di affari sporchi sia di circa 90 miliardi all’anno: quasi cinque leggi di bilancio come quella che il Parlamento sta discutendo in questi giorni” continua la segretaria riminese della Cisl. “Come sindacato sosteniamo l’iniziativa di raccolta di firme on line della Papa Giovanni XXIII chiamata “Questo è il mio corpo” (http://www.questoeilmiocorpo.org) perché noi cerchiamo anche di creare delle opportunità per quelle persone che sono ai margini del mondo del lavoro e della società. ” precisa Paola Taddei. “Se a Rimini non ci fosse prostituzione, non ci sarebbero atti di violenza come quello di pochi giorni fa, non ci sarebbe denaro sporco che è riciclato in attività illecite come droga o in attività economiche creando dumping con gli imprenditori onesti. E tutto questo si scarica poi sui lavoratori”  La Cisl Romagna seguirà l’evoluzione di questa disposizione comunale e lancia due proposte.  Una proposta al sindaco di Rimini affinché i risultati siano oggetto di un confronto anche con il sindacato per attivare forme di sostegno per le donne che escono da questa situazione di schiavitù e consentire un inserimento sociale utilizzando le risorse derivanti dall’applicazione dell’ordinanza comunale. L’altra proposta è rivolta ai sindaci dei comuni della Romagna perché adottino ordinanze simili al fine di creare continuità territoriale nell’azione di contrasto alla prostituzione