Aperture negozi e mercati da subito, agevolazioni aggiuntive sugli affitti. Servono interventi per accompagnare le piccole imprese verso la sopravvivenza. Il presidente Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini, interviene sulla Fase 2.
“C'è un settore, fatto di piccoli negozi artigiani e ambulanti, che con regole certe e più agevoli possono riaprire per contribuire a dare una normalità alla vita quotidiana. In maggioranza sono di piccole metrature e facilmente gestibili, già negli altri paesi come Germania in Austria, le piccole attività le hanno già fatte riaprire. Cominciamo dagli ambulanti, all’aria aperta i distanziamenti si possono mantenere con più facilità, dai negozi che già prima e dalla chiusura dell’11 di marzo funzionavano con entrate di 2 persone alla volta; gli artigiani che in piccoli spazi si riescono a gestire più facilmente. Si può ragionare anche sugli orari delle aperture: l'importante è che ricominciamo con la vita quotidiana per ridare un po’ di normalità, è una necessità, questo stallo sta diventando pericoloso anche per la tenuta sociale del paese.
Un aspetto da tenere in conto, è che le entrate annue dello Stato, per il 35% sono basato sull’iva; se chiude una piccola impresa, che sono la stragrande maggioranza, prima di tutto lo Stato perderebbe un’entrata, ma l’aspetto più grave è che le persone disoccupate si andrebbero ad aggiungere a quelli che richiedono il reddito di cittadinanza, oppure si aggiungerebbero alle fila della Caritas o peggio ancora si potrebbe verificare la situazione della crisi del 2008 quando ci sono stati tanti suicidi.
Per le piccole attività poi è chiaro che servono agevolazioni aggiungere per farle sopravvivere, perché sappiamo benissimo che se anche aprono, sicuramente non ci sarà la fila. Si deve partire dalla cancellazione delle tasse locali per il 2020, e dal fatto che per quanto riguarda la Tari, per lo meno per quei mesi che i negozi sono stati chiusi, di immondizia non è stata prodotta. Ci aggiungerei le tasse nazionali, ci vuole un piano Marshall per il 2020 con il quale ridurle il più possibile, se non azzerarle. Sicuramente il 2021 deve partire con una tassazione più leggera e semplificata per dare modo alle piccole imprese, che sono il cuore dell’Italia, basta tenere conto che sono il 95%, di farle sopravvivere. È interesse anche dello Stato, perché se non entra l’iva non arrivano più gli stipendi statali, di cui fa parte anche tutto quel comparto che abbiamo elogiato in questa emergenza, gli eroi che sono i medici e gli infermieri. Lo stesso vale per gli stipendi delle forze dell'ordine, dei pompieri o per l’erogazione delle pensioni. Non è una logica che considera solo la sopravvivenza delle piccole attività, con il loro introito infatti si dà un importante sostegno allo Stato, per cui è necessaria una riflessione ampia e importante, per tornare a vivere nel modo in cui eravamo abituati prima.
Sugli affitti dovrebbe intervenire una legge nazionale per non fare pagare i due mesi durante i quali le attività sono state chiuse. Il 60% di credito di imposta non basta, è necessario arrivare al 100%. È poi necessaria una linea guida per rinegoziare gli affitti, dopo le riaperture ci sarà, come si prevede, un calo dei consumi; i negozi già faticavano prima per cui anche per questo non sarà facile per loro sopravvivere. Per i proprietari degli immobili dati in affitto chiediamo la reintroduzione della cedolare secca del 20% che è stata tolta”.