A Santarcangelo per avere la carta d'identità serve un avvocato? La domanda la pone Walter Vicario, commissaro straordinario di Forza Italia in loco ed ex consigliere comunale.
"L'odissea - scrive Vicario - inizia venerdì 15 gennaio quando un cittadino, dopo aver preso regolare appuntamento per il rilascio della CIE, si reca allo Sportello al Cittadino del Comune di Santarcangelo di Romagna e si vede negato il diritto ad ottenere il proprio documento nonostante non ci fosse nessun impedimento oggettivo al rilascio dello stesso. La persona risulta infatti regolarmente iscritta all'anagrafe della popolazione residente del comune di Santarcangelo così come conferma l'operatrice allo sportello che però dirotta l'utente all'ufficio anagrafe dichiarando di non poter accogliere la richiesta... risposta bizzarra visto che il requisito per ottenere la carta di identita è essere residenti nel Comune nonché dimoranti (previo rilascio del nulla osta del Comune di residenza). Il cittadino pazientemente ascolta ulteriori fantasiose motivazioni dalla seconda operatrice ed è costretto ad uscire senza aver potuto soddisfare la propria esigenza di avere il documento. Il giorno stesso, avendo urgenza di avere la carta di identità elettronica che, ricordiamolo, è principalmente un documento di identificazione ma è anche documento utile per accedere ai servizi erogati online dalle pubbliche amministrazioni, si trova nella necessità di consultare il proprio avvocato dal quale apprende la conferma del LESO DIRITTO; manda quindi una pec al Comune di Santarcangelo in data 15 gennaio chidendo un diniego scritto e motivato alla sua richiesta di rilascio Cie. Dopo 5 giorni di attesa, non avendo ricevuto alcuna risposta né scritta né verbale, contatta nuovamente, e non con poche difficoltà, lo Sportello al cittadino e chiede espressamente di parlare con il responsabile, ricevendo ancora una volta una 'non risposta' ovvero l'invito a chiamare il giorno successivo per fissare un nuovo appuntamento. Possibile che si debba attendere 5 giorni di consultazioni fra i dipendenti e i responsabili del settore demografici del Comune, senza avere una risposta? È il cittadino che si deve far carico di sollecitare la presa visione di una pec con carattere di urgenza o sono i funzionari che dovrebbero preoccuparsi di dare un riscontro celere dato che sono essi stessi responsabili di aver negato un diritto fondamentale? La persona in questione si è documentata e si è avvalsa della consulenza di un legale ma poniamo il caso in cui la stessa situazione fosse capitata a un cittadino meno 'smart' e che, fidandosi delle risposte delle impiegate, si fosse rassegnato a non aver riconosciuto il proprio diritto, può essere accettabile un simile comportamento dove non solo si commette un errore di forma gravissimo ma neppure ci si impegna a rimediare allo stesso porgendo innanzi tutto le proprie scuse al cittadino e cercando di accelerare il più possibile i tempi di rilascio? Quando il giorno seguente il cittadino chiama nuovamente per avere un appuntamento pensando che gli sarebbe stata offerta, dopo il disagio, almeno la possibilità di concludere la pratica il giorno stesso, viene invece ulteriormente rimandato al giorno successivo quando finalmente riesce a vedere l'epilogo della sua disavventura constatando che il tempo di conclusione del procedimento in sé è di circa 10 minuti. Questo episodio dimostra che i vari comunicati stampa sull'efficienza dei servizi offerti dallo Sportello al cittadino siano in realtà una autocelebrazione della Giunta e conferma l'incompetenza di alcune persone che con arroganza negano diritti fondamentali ai propri utenti senza neppure avere la dignità di fornire motivazioni corredate dai riferimenti normativi del caso, forse perché in questo caso tali giustificazioni sono inesistenti e il diniego è totalmente infondato. Ma il sindaco - conclude Vicario - che è ufficiale di Governo e in quanto tale sovraintende alla tenuta dei registri di stato civile (è ufficiale dello stato civile) e di popolazione (è ufficiale dell'anagrafe), consce le competenze delle persone a cui delega le proprie funzioni? E l'assessore ai servizi Demografici in tutto ciò è complice o inconsapevole? In entrambi i casi sarebbe grave..."