Al via La Settima Arte Cinema e Industria, la festa del cinema ideata ed organizzata da Confindustria Romagna, Khairos Srl (Cinema Fulgor e Cinema Settebello di Rimini), Università Alma Mater Studiorum Bologna - Dipartimento Scienze per la Qualità della Vita di Rimini, con la collaborazione del Comune di Rimini, che si terrà a Rimini dal 3 al 5 maggio.
Apertura internazionale con la mostra “David Lynch Dreams - A Tribute to Fellini”, a Rimini in anteprima nazionale da oggi al 14 luglio (Castel Sismondo 3-5 maggio e Galleria Primo Piano 11 maggio -14 luglio).
L’esposizione, curata dalla Fondation Fellini pour le Cinéma di Sion, è composta da 12 litografie che il grande cineasta e artista ha creato in esclusiva per rendere omaggio all’ultima scena del film 8 ½ di Federico Fellini, e da 12 disegni di quest’ultimo scelti dallo stesso Lynch fra quelli della collezione della Fondation Fellini.
In questa serie straordinaria di stampe emerge chiaramente l’ammirazione di Lynch per Fellini: i visitatori possono ammirarle nella suggestiva atmosfera malatestiana di Castel Sismondo, futura sede del museo Fellini.
Opere artistiche che permetteranno al pubblico di conoscere Lynch in una veste diversa da quella del regista dallo stile visivo enigmatico e surreale, celebre per lavori come Cuore selvaggio, Velluto blu, Mulholland Drive e Twin Peaks.
Realizzate a Los Angeles e stampate presso Item Editions a Parigi, un laboratorio storico di litografie dove hanno lavorato Picasso e Matisse, le opere simboleggiano i valori artistici che richiamano la potenza d’ispirazione del genio di Federico Fellini. Uniti dal loro incredibile talento e stile, messi al servizio della Settima Arte, Fellini e Lynch sono uniti da un percorso di scoperta del mondo dei sogni e dell’inconscio. Una vera affinità artistica ed intellettuale come rivelano le parole dello stesso Lynch: “Fellini è stata una grande fonte di ispirazione per me, e apprezzo molto La strada e 8 ½ - ma in realtà li amo tutti e, ancora, perché tutti sono un mondo, adoro i personaggi, l'atmosfera e quell'elusivo ‘je ne sais quoi’ che emerge da ciascuno dei suoi film”.