Forte emozione al cinema Astra per la serata dedicata alla filosofia dei Beatles. Un appassionato Massimo Donà, filosofo e jazzista, ha accompagnato il pubblico, anche attraverso l'ascolto di alcuni dei brani più significativi della celebre band, in un intrigante viaggio tra i testi, la musica, le provocazioni e le rivoluzioni che hanno dato vita a una vera e propria filosofia dei quattro leggendari musicisti di Liverpool. Ci sono epoche della storia, dice Donà. in cui il vento del cambiamento si impone agli uomini. Il Novecento è stato un secolo di grandi speranze, ma anche di immani tragedie. Per due volte l’idea della realizzazione di una vita piena e persuasa, fece irruzione tra gli uomini, creando sconcerto e diffondendo un afflato utopico inusuale. Ciò avvenne nei primi decenni del «secolo breve», con l’affermarsi delle avanguardie, il cui momento apicale si dette nella musica grazie alle innovazioni introdotte da Schonberg, Stravinsky, Bartok e Satie, e all’inizio degli anni Sessanta, quando comparvero, dapprima sulla scena inglese e poi internazionale, i Beatles, i quattro favolosi ragazzi di Liverpool. La loro musica, ancor oggi, è icona di istanze di cambiamento: personale e politico ad un tempo e centrato sulla costruzione di un nuovo sguardo sul mondo. Dai loro pezzi si evince che i quattro giovani, appassionati lettori degli esistenzialisti e degli autori della Beat generation, ma anche, in particolare McCartney, cultori dell’arte ultima, dalla pittura metafisica al surrealismo e di Magritte (la mela di quest’ultimo ispirò il simbolo della casa discografica Apple), andavano alla ricerca di qualcosa di «più vero». Innanzitutto: «Non ci si poteva più accontentare dei dati di fatto, ossia della verità empirica».
Un lungo applauso ha chiuso l'intensa serata..