Ha aperto a Rimini il Museo della cultura ucraina, un piccolo spazio espositivo allestito dai volontari dell'associazione 'Doloni della nazione' nata nei mesi scorsi per supportare i rifugiati grazie a volontari emigrati in città negli anni passati. Il legame tra Ucraina è Rimini è storico.
In provincia risiedevano 5.000 ucraini prima dell'invasione russa: è una delle comunità più grandi d'Italia.Il numero è lievitato dopo il 24 febbraio.
"Vogliamo far vedere a tutte le persone come è grande e antica la cultura ucraina, com'è colorata e piena di talenti. Siamo molto orgogliosi di tutto questo", spiega la curatrice del museo e vicepresidente dell'associazione Nataliya Basarab, pedagogista che risiede in Italia da molti anni.
La sala, situata nella sede dell'associazione in Corso d'Augusto, è già aperta al pubblico ed è in continuo allestimento. Tra i simboli raccontati vi è lo stemma nazionale ucraino, il tridente "che nasconde la parola 'voglia'" intesa come "forza di volontà di essere liberi", prosegue la curatrice. "Siamo un popolo che ha combattuto per essere libero da quando esiste. Per la posizione geografica ci siamo trovati sempre nel mezzo dell'Europa, abbiamo subìto tante influenze, tutti ci volevano sottomettere", aggiunge. "Fino ad adesso combattiamo la nostra battaglia per la libertà, l'indipendenza e la democrazia".
La sala comprende vari elementi tipici come indumenti, accessori, motivi decorativi, prodotti di ceramica. Spazio anche ad alcune personalità che hanno reso grande la nazione, le cui opere sono conosciute in tutto il mondo. Tra i personaggi più recenti citati nel percorso espositivo vi sono Jan Koum, co-fondatore di Whatsapp, e Max Levchin, co-fondatore di PayPal, entrambi nati a Kiev ed emigrati negli Stati Uniti.