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Cultura 09:48 | 05/10/2023 - Rimini

La Galleria Zamagni di Rimini è nel calendario nazionale degli eventi della Giornata del Contemporaneo 

Sabato 7 ottobre dalle 18 alla presenza degli artisti e del curatore, in occasione della diciannovesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, inaugura la nuova stagione della Galleria Zamagni Arte di Rimini con la mostra “Materiae. Per ragione della materia”. 

La mostra, a cura di Massimo Mattioli, presenta le opere di Lorenzo Cecilioni e Angelo Brugnera. Due artisti che con approcci diversi mettono la materia al centro della propria ricerca, plasmandola per dare poesia alle proprie esperienze di vita.

Le opere di Lorenzo Cecilioni potrebbero essere sculture da parete, ma anche dipinti da pavimento. Formalmente presentano forti dinamiche fra linee, spazi e campiture cromatiche, con l’utilizzo di una vasta gamma di materiali, dal legno al piombo, dal marmo al sale. Ma per l’artista la materia diventa un medium per evocare il proprio vissuto, strettamente connesso al mare. Dove è nato e sempre vissuto. Immaginando di vederle in orizzontale, diventano delle mappe, con le scansioni spaziali che paiono richiamare paesaggi marini. Delle rappresentazioni grafiche della memoria. Nelle quali la commistione e le reazioni fra i diversi materiali introducono attesa e manifestazione, palesamento di un atto creativo dalla connotazione quasi alchemica.

(Lorenzo Cecilioni Trame su terra, terracotta e stucchi, 2023, cm 57x47)

Le sculture di Angelo Brugnera si presentano come ibridi che sublimano il realismo della rappresentazione con l’astrattismo definibile come “organico”. Alla base c’è un’elaborazione formale di grande sapienza e raffinatezza tecnica, con un’approfondita conoscenza della tradizione della scultura del passato. Nella quale l’artista parte da una sensazione, da una condizione fisica destinata poi a trasferirsi nella materia. Il marmo diventa carne, pelle, esperienza tattile viva. Superfici lucide e levigate si giustappongono ad altre ruvide e scabrose, con certe volutamente aspre e nodose. Forme chimeriche originate da ibridazioni genetiche, con le quali l’artista pare ammiccare alla transitorietà della condizione umana. Con un’ironica critica ai modelli di sviluppo contemporanei, alle contraddizioni e ai disagi della società. Ma l’artista non cerca la meraviglia, piuttosto vuole rendere ‘credibile’ il suo mondo visivo.