Astra gremito ieri sera per la Lezione di Paolo Ercolani alla rassegna filosofica misanese. L'argomento tocca l'"oggi, qui": automi connesi - l'umano nella rete.
Si parla di intelligenza artificiale, di giovani e di quanto si è soli nella società interconnessa. Del paradosso che fa sì che, nel momento in cui si entra in contatto, come mai nella storia, con migliaia di individui, si raggiunge il massimo della solitudine. Si parla della povertà di linguaggio a cui porta l'isolamento che, a sua volta, influisce sul pensiero, impoverendo anch'esso; della fatica di relazionarsi con gli altri, dell'individualismo che sostituisce la socialità. Si discute di analfabetismo funzionale, relazionale, emotivo; della creazione di "avatar" in sostituzione di individui in carne e ossa e di come può accadere che la comunicazione venga scambiata per conoscenza. "L'uomo in due casi non vede: quando c'è buio e quando c'è troppa luce". La miriade di informazioni è così esagerata che ci impedisce di "vedere", cioè di capire, comprendere, approfondire. La conoscenza è viaggiare in un sottomarino. Il sottomarino va lento, è "faticoso", ma conoscere è questo. Tutto il resto sono informazioni e "superficie". I nostri ragazzi, abituati ai tempi artificiali del "tutto e presto", risultano ormai incapaci di vivere il Tempo reale. La loro capacità di ascolto è ridotta, così come la loro concentrazione. Allo stesso modo, noi adulti ci ritroviamo alla mercé di "informatori" e di giochi sotterranei che spesso non individuiamo né vediamo, ma che hanno la potente capacità di orientarci. A nostra insaputa.Qualcuno l'aveva predetto (Huxley): saremo annegati in un "mare magnum" di notizie-informazioni che finiremo per non discernere più il vero dal falso e il potere avrà vinto: chiunque ci potrà dire quello che vorrà e noi ci crederemo.
Standing ovation finale e poi un lungo dibattito. Bella e intensa serata.