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Cultura 13:02 | 18/04/2023 - Rimini

Stefano Ronci inaugura la mostra personale “Confini” a cura di Ilaria Bignotti alla Galleria d’Arte Zamagni 

A pochi giorni dal prestigioso premio nazionale vinto a Bologna con un’opera realizzata in occasione del decennale di Cubo, Museo d’Impresa e di Cultura del Gruppo Unipol, l’artista riminese Stefano Ronci inaugura la mostra personale “Confini” a cura di Ilaria Bignotti.

Appuntamento sabato 22 aprile alle ore 18, presso la Galleria d’Arte Zamagni di Rimini. L’esposizione ha il patrocinio del Comune di Rimini. Saranno presenti l’artista e la curatrice.

A distanza di vent’anni dalla sua ultima esposizione sul territorio riminese – Stefano Ronci (che nel frattempo ha avuto una carriera artistica importante, con mostre e collaborazioni internazionali) presenta una serie di opere di recente realizzazione che indagano il concetto di confine e di soglia, mettendo in stretta relazione il ruolo dello spettatore e dimostrando, pur nella continua diramazione dei materiali e delle forme, di saper portare avanti con coerente poetica alcuni temi chiave: 

il lavoro sui gradi del visibile attraverso la sperimentazione di materiali riflettenti, traslucenti, diafani e trasparenti nei lavori che appartengono all'ambito più squisitamente pittorico, quali i Paesaggi Molli, estroflessioni nell'ambiente che accolgono lo spazio con pieghe e concavità dove la materia è trattata in modo plastico e integrantesi all'architettura.

Paesaggi Piatti, caratterizzati da campiture cromatiche che trascolorano l’una nell’altra, alludendo a un possibile orizzonte di cielo-terra ma anche strizzando l’occhio alla grande arte aniconica europea e americana. 

La ricerca sul segno inteso come traccia, persistente o fuggevole, di un  passaggio dell'uomo e della sua memoria, nei tempi di stratificazione e affioramento del linguaggio, come avviene nelle grandi Mappe realizzate con raffinata foglia d’oro, lettere adesie e sovrapposizioni cromatiche, opere in un certo senso vicine alle indagini artistiche inquiete e nomadi di Alighiero Boetti e alle perlustrazioni peregrinanti della fotografia di Luigi Ghirri; 

La messa in relazione tra io e altro, la volontà di scrutare e scandagliare il mistero e la potenza della comunicazione tra le persone e  l'ambiente, affrontando in questa direzione il concetto di confine inteso non come sbarramento e limite ma soglia e possibilità di incontro, come avviene nell’installazione allestita nella sala sottostante la Galleria: “un video in bianco e nero, composto da innumerevoli direzioni di piedi nudi sulla terra è ostacolato nella fruizione da un’installazione di fili spinati lungo i quali scorrono pezzetti di carte colorate, mentre luci al neon, ai lati della staccionata, stagliano il ricordo, riattivano la memoria. 

“Stefano Ronci ci passa, sempre, la palla. La sua esperienza diventa esigenza di condivisione. Siamo messi al corrente di un fatto, ora sta a noi scegliere cosa fare. Avanzare, tendere lo sguardo, ripercorrere la via; dimenticare, divagare, rievocare altri istanti. Toccare, spinarci. Percepire, immaginare. Si tratta, sempre, di porci in una dimensione di desiderio. Il confine in Ronci è forse proprio questo: sfida e stimolo all’incontro con il nostro volere, che è anche il nostro guardare”, scrive Ilaria Bignotti, curatrice della mostra, nel testo critico in catalogo”…