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Cultura 13:55 | 06/03/2023 - Riccione

Una folla alla presentazione del libro che racconta la storia della Casa del popolo

“La sala del popolo” racconta la storia di un edificio ma al tempo stesso quella dell’intera città di Riccione. Ecco perché ieri, al Palazzo del Turismo, alla presentazione del libro che racconta la storia della Casa del popolo c’era davvero una folla, con tantissime persone in piedi e molte costrette a restare all’esterno. Parole e musica hanno accompagnato il racconto del prezioso volume “La sala del popolo”, la storia di uno spazio simbolo della città, la Casa del Popolo, che nel corso degli anni ha subito diverse trasformazioni: da dancing Casa del Popolo a dancing Perla Verde, per trasformarsi negli anni in Maxi Club e poi in Punto Club. Un punto d’incontro dove si sono intrecciate amicizie sulle note eseguite dalle band di giovani ragazzi riccionesi. 

Alla presentazione del libro sono intervenuti il presidente della Casa del popolo Omar Venerandi e i curatori del libro, Daniele Montebelli ed Ezio Venturi. I momenti musicali che hanno accompagnato il racconto sono stati proposti dal complesso I discepoli, la band nata nel 1966 con la passione per la musica beat e che ha fatto sognare tantissimi giovani nei locali della riviera, proponendo le hit e i successi di quegli anni.

Di seguito la prefazione al libro della sindaca di Riccione Daniela Angelini intervenuta alla presentazione insieme alla vicesindaca e assessora alla Cultura Sandra Villa. 

“Possiamo guardare la storia sotto tanti punti di vista: politico, geografico, possiamo osservare i cambiamenti attraverso le epoche dei costumi, delle parole o della musica. Possiamo prendere in considerazione un’intera città, oppure possiamo focalizzarci su un unico edificio, che da sé racconta settant’anni di cambiamenti, che da sé racconta tutto. La Casa del popolo è la sineddoche di una Riccione che attraversa trasformazioni epocali, dalla fine della guerra ai giorni nostri, che ha visto cambiare usi, costumi e abitudini di intere generazioni, specchio dell’Italia intera. La Casa del popolo, infatti, non era solo un luogo con finalità politiche e sindacali, ma una sala polivalente in cui divertirsi, aggregarsi, fare le prime esperienze di vita.

Alla Casa del popolo si ballava, e i giovani riccionesi, “spesso squattrinati”, andavano a vivere l’età più bella. È emozionante ripercorrerne i primi decenni in queste pagine, attraverso le fotografie e le testimonianze di chi c’era, perché dalle parole e dalle immagini emerge uno spaccato di vita vibrante, piena di energia e di voglia di cambiare le cose. Si avvertono, come in un’esperienza sinestetica, tutti i profumi dell’epoca: le ragazze controllate a vista dalle madri, i ragazzi che si facevano belli, alcuni che volevano attaccare briga a tutti i costi, un momento della vita inedito, quello dell’adolescenza, vissuto a ritmi di hit parade su vinile e concerti dal vivo, la guerra alle spalle, tutto il futuro davanti. È un sentimento da conservare, da custodire con gelosia, la voglia di futuro, che permette a una realtà, e a una città intera, di proseguire, di evolversi, di adattarsi ai cambiamenti, così come è stato per la Casa del popolo, che negli anni ha cambiato gestione e natura, diventando prima balera, poi dancing, alternando nomi e gestioni, ospitando persino incontri di pugilato, ma quello spazio, indipendentemente dall’insegna, ha avuto da sempre una naturale inclinazione a essere centro di aggregazione, luogo da vivere e in cui passare serate memorabili. Non è un caso, o meglio, mi sembra il finale più felice, che oggi sia il teatro della città di Riccione, sotto il nome di Spazio Tondelli. 

Attraverso questo libro, le foto e le testimonianze che custodisce, abbiamo la possibilità di guardare al passato per anticipare, immaginare e realizzare il futuro. Quando è nata, la Casa del popolo è stata costruita in economia dai soci, che hanno dedicato le proprie competenze e il proprio tempo a un obiettivo comune; oggi lo Spazio Tondelli sta subendo una importantissima ristrutturazione a opera del Comune di Riccione che lo renderà uno spazio all’avanguardia dedicato alle arti, e questo conferma la sua natura di luogo di aggregazione, in cui ragionare sul presente, in cui la comunità si può riunire. 

Credo che sia un punto fondamentale, questo: non c’è niente di più importante di un luogo in cui ritrovarsi, in cui sia la cultura a essere il collante tra le persone. Le sfide che il futuro ci riserva saranno complesse e delicate, e le potremo affrontare solo insieme, uniti come comunità: il mio augurio è che siano proprio luoghi come la Casa del popolo, ora Spazio Tondelli, a essere il centro attorno cui ruotino le persone, i pensieri, le idee e i sogni”.