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Economia 12:51 | 21/02/2023 - Romagna

Per un disguido telematico la marineria locale rischia di non ottenere il ristoro relativo al "fermo pesca". Chiamato in causa il governo

Assurdo ma non irreale questo fatto. Tanto è vero che il presidente nazionale di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti, ha scritto alla ministra del Lavoro e Politiche Sociali, Elvira Calderone per risolvere una vicenda che riguarda Rimini e la sua storica marineria. I pescatori romagnoli infatti, a causa di un ritardo di 3 giorni nella presentazione di una domanda (causato dal fatto che l’invio era possibile solo in digitale) sono stati esclusi dai contributi per il fermo pesca 2020. Legacoop chiede ora alla Ministra di intervenire per risolvere la delicata questione, che risale al precedente Governo.

Ovviamente nel ricorso vengono ripercorsi i fatti legati alla fase dello scoppio della pandemia. Da quel momento anche il settore della pesca attende una serie di ristori governativi. In particolare il cosiddetto e tanto diventato famoso “fermo pesca”. Ma nel caos di quel periodo, il decreto prima non arriva, poi per mesi mancano i provvedimenti applicativi. Finalmente 3 febbraio 2021 vengono fattie partire in digitale le varie richieste. Da una parte il ministero dà pochissimo tempo per riceverle. Le marinerie corrono e cercano di arrivare prima delle scadenze fissate. Così un piccolo ritardo di tre giorni sulle tabelle di marcia, causato da un invio telematico, fa perdere ai pescatori riminesi i fondi del fermo pesca. 

«Il 30 gennaio del 2023 viene spiegato, con il più educato dei toni burocratici da una nota del Ministero che i tre giorni di ritardo prevalgono su tutto e su qualunque altra considerazione», si legge nella lettera la lettera. Formalmente, la contestazione è ineccepibile. «Una lettera aperta — conclude Maretti — è di per sé l’ammissione di una sconfitta, in questo caso non solo come Presidente di un’organizzazione di rappresentanza (uno dei tanti “corpi intermedi a cui si fa riferimento durante i convegni”), ma anche di un cittadino di fronte alle istituzioni della Repubblica. Considerando però l’eccezionalità a cui tutti abbiamo dovuto fare fronte, e l’impiego consistente di fondi a ristoro di ogni tipo di categoria, ci saremmo aspettati dal Governo maggiore comprensione per i pescatori, a cui non si può fare una colpa di essere poco esperti di invii digitali. Sappiamo che la ministra Calderone è appena entrata in carica, ci appelliamo a lei un’ultima volta per capire se è possibile riaprire la vicenda, in modo da dare alla Cooperativa un contributo fondamentale per la sua stessa esistenza».