"Caro Diario, l’altro giorno parlando con un’amica ci siamo detti “ma chi ce lo fa fare?” in riferimento alla situazione in cui viviamo e combattiamo le nostre piccole battaglie. Ci siamo resi conto che i nostri sforzi sembrano vani, circondati come siamo da una pessima politica che è impegnata sempre più a gestire un sistema che premia furbi, corrotti e corruttori e a produrre ingiustizia sociale. È evidente come il capitalismo senza freni abbia imposto un mondo profondamente ineguale e ingiusto, lasciando interi territori in balia degli eventi. Una giungla dove vige la regola del più forte, non solo in termini fisici ma soprattutto di capitale economico e clientelare. Il risultato di questi anni di profonda crisi è la difficoltà di costruire un futuro, con una rassegnazione esasperante a questa mancanza di orizzonte. Un quadro socio-economico che fa inevitabilmente pensare che ormai tutto è perduto e che nulla può essere cambiato.
Ieri però era il 25 Aprile e questa data permette di riposizionare i pensieri. Basta pensare a quelle ragazze e a quei ragazzi che vivevano in una situazione molto peggiore della nostra, dove veramente era difficile anche solo immaginare un futuro diverso da quello dell’oppressione fascista, dei campi di concentramento, dei rastrellamenti, della violenza, dell’odio e della guerra. Un mondo che avrebbe dovuto distruggere tutti i pensieri di giustizia ed equità sociale e che invece fu la scintilla che fece scattare la voglia di vivere e prosperare. Con orgoglio persone con ideali diversi si organizzarono e sconfissero un nemico violento e apparentemente invincibile. Ci impartirono una lezione talmente grande che oggi non può e non deve essere ignorata. Perché bisogna essere partigiani ogni giorno della nostra vita, contro le ingiustizie e chi le commette, da qualunque parte politica arrivino.
E allora Caro Diario, alla domanda ma chi ce lo fa fare? diventa molto semplice rispondere. Ce lo fa fare l’esempio e la memoria di chi ha dato la vita per il nostro futuro, per farci prosperare in un mondo più giusto e libero. Lo facciamo per loro, perché il loro sacrificio non sia stato inutile. Oggi tutti Noi abbiamo il dovere di difendere i più deboli, di lottare per la giustizia sociale, per un’economia di impresa che abbia un’etica sociale, per la democrazia e la libertà. Lo faremo come abbiamo fatto finora stando con gli occhi aperti e le orecchie dritte. Guardando e ascoltando tutto è più facile scrivere e raccontare cosa non ci sembra giusto. Le nostre armi sono il nostro saper fare con un’idea di mondo ben precisa.
Chi sono i Noi ti chiederai, caro Diario. Siamo tutti quei cittadini che non si piegano ai ricatti e alle minacce della politica e degli affari, non si nascondono dietro una carica o una poltrona, quelli che ogni giorno producono bellezza dove alcuni vorrebbero veder prosperare il malaffare. Siamo quelli che vogliono un altro mondo. Siamo quelli che nonostante tutto resistono. Perché la parola è sempre quella: Resistenza, ogni giorno.
Anche quando le nuvole sono scure e non si vede l’orizzonte. Bisogna Resistere.
Sl’è nota, us’ farà dè".
Stefano Benaglia