"Caro Diario, questo è il mulino della Corderia oggi, abbandonato e lasciato alle ingiurie del tempo, sommerso da un metro di terra, ai confini di uno degli scempi urbanistici più grave degli ultimi anni. Ultimo baluardo di quella che fu la fossa Viserba, oggi tombinata in barba al rischio idrogeologico.
Secondo il progetto di costruzione della ex Corderia il mulino sarà donato alla cittadinanza come sala civica a disposizione della collettività. Da cronoprogramma il tutto dovrebbe avvenire entro 3 anni circa dall’inizio dei lavori di tutto il comparto.
Esiste, però, un “Ma” che sta circolando ultimante e con insistenza a Viserba. Voci di popolo raccontano della possibilità concreta di non vederlo mai riqualificato. Sembrerebbe che alcuni emissari politici stiano lavorando con un’opera di persuasione e di sondaggio per instillare nella pubblica opinione l’idea che “in fondo non serve a niente”, che “è troppo mal ridotto per essere recuperato”. Messaggi e messaggeri che vanno verso una direzione molto chiara, quella che ha contraddistinto tanti altri momenti della nostra storia recente.
Il destino del Mulino è figlio della gestazione del suo comparto, fatto di pochissima lungimiranza e tanti affari, compagno di viaggio di quella spersonalizzazione dei luoghi che lo vede unito alla palazzina Iat su via Dati e all’ ex camping Carloni a Viserbella. Luoghi che potrebbero e dovrebbero dare tanto alla nostra cittadina ma che giacciono li senza funzione, in balia degli eventi.
E gli eventi, se non governati e non indirizzati, portano al crollo dei tetti, all’abbandono e all’illegalità.
“Immagina, caro Diario, tutto questo coperto di grano, immagina i frutti e immagina i fiori, e pensa alle voci e pensa ai colori”.
Immagina, caro Diario, non dover vedere l’erba che diventa cemento, gli alberi secolari che diventano battecchi.
Immagina, caro Diario, stendersi intorno al quel mulino coperto di fiori e svuotare la mente dai mille problemi.
Immagina, caro Diario..."
Stefano Benaglia