"Caro Diario, te sai vero che i soldi non puzzano? Questa è una delle massime della vita che mi hanno insegnato per prima, quando mi sono affacciato al mondo del lavoro. Serviva, credo, ad insegnarmi che qualsiasi lavoro fosse dignitoso se portava in tavola il pane. Oggi ripensando a quella frase viene in mente più l’altra chiave di lettura, quella non proprio nobile, che non importa l’origine dei soldi ma l’importante è che ne arrivino e che siano tanti. Questo ragionamento è diventato ormai la base della nostra società. Online i guru insegnano come non lavorare e fare soldi oppure che chiunque può vivere truffando e prevaricando gli altri. I giovani poco istruiti e poco laboriosi si gettano nello spaccio e nella microcriminalità legata più a logiche da film e serie tv piuttosto che da un vero risultato concreto. Potremmo recriminare sui giovani per ore, ma la responsabilità qui è di quelli che dovrebbero insegnare, gli adulti, che il mondo lo hanno visto e costruito. Il problema è che molti degli “adulti” lo sanno benissimo da dove arrivano gli affitti esorbitanti che chiedono, lo sanno quando i loro affittuari hanno negozi e hotel vuoti 365 giorni l’anno ma pagano puntualmente l’affitto, quando si girano dall’altra parte invece di denunciare.
La crisi di questo sistema commerciale è una manna dal cielo per chi vuole infilarsi nel tessuto economico, ma nonostante tutti gli appelli e tutti i segnali che gridano attenzione, non ci sono riscontri da parte della così detta società civile. La risposta che viene spesso data, sia dai cittadini che dalle istituzioni, è che si, forse c’è un problema a Nord, ma Rimini Sud è messa molto peggio. È vero, oggi come oggi la zona a sud è fortemente degradata, con numerosi casi criminosi ogni giorno. Quello che però sfugge ai più è che quella situazione non è avvenuta dal giorno alla notte, ma si è ottenuta cedendo ogni giorno un microscopico pezzetto di legalità. E questo cedimento, questo arretramento della vita civile vede tutti responsabili: i proprietari degli immobili che hanno affittato a prezzi impossibili ben consci a chi davano in gestione le loro aziende, i cittadini che si sono girati dall’altra parte e hanno delegato al bar prima e ai social adesso la loro massima espressione del dissenso. La politica per prima ha sottovalutato il problema immigrazione, sia interna che dai paesi esteri, barricandosi su posizioni ideologiche e tolleranti, che sono lontano da quegli ideali di difesa degli ultimi e dei deboli, permettendo che intere zone diventassero ghetti autogestiti. Questa destra forcaiola e nostalgica, garantista solo con i ricchi si è riempita la bocca di slogan senza aumentare le forze di polizia nei territori, perché la paura e l’insicurezza sono delle potenti armi elettorali.
Ritrovarsi oggi a parlare di rilancio commerciale, di imprese abitanti, di qualificazione dell’offerta turistica stona con una realtà che ha veri problemi ogni giorno più incancreniti. Queste responsabilità come ho detto sono democraticamente distribuire a tutti i livelli della società, senza che nessuno possa sentirsi esentato. Credo però che la colpa più grave sarebbe continuare ad ignorare il fatto che i soldi puzzano, non del sudore della fronte ma di merda schietta".
Stefano Benaglia
“E se credete ora
Che tutto sia come prima
Perché avete votato ancora
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare
La paura di cambiare
Verremo ancora alle vostre porte
E grideremo ancora più forte
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti”
(Canzone del Maggio) F. De Andrè