"Caro Diario, domenica sono stato ospite del festival Polveriera 6 per raccontare della nostra Cooperativa di Comunità. La vecchia polveriera di Reggio Emilia era un luogo abbandonato, decadente, rifugio per sbandati e una piazza di spaccio molto famosa in città. Il comune l’ha messa a disposizione della cittadinanza dopo averla riscattata dal demanio militare agli inizi del 2000 tramite un progetto di riqualificazione che prevede l’impegno del consorzio delle cooperative sociali di Reggio Emilia nel suo recupero e nella sua gestione. Oggi, grazie alla lungimiranza del mondo cooperativo e della politica, è un luogo di incontro per il quartiere e la città, valorizzato dai servizi sociali presenti e si respira quella vitalità del buon vivere che trovi nei progetti che fanno bene alla cittadinanza.
Inevitabile per me fare il paragone con la nostra realtà locale. Il primo pensiero è andato alla Corderia, che per caratteristiche ha una storia simile, ma che ha avuto un epilogo differente. Lo so, caro Diario, che è sempre nei miei pensieri sta cavolo di corderia, ma vedendo cosa è venuto fuori a Reggio Emilia il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato è ancora più forte. Si può dire che pensare un progetto del genere alla corderia sia piuttosto complicato, costoso, e che noi dobbiamo pensare più in piccolo, più “local”.
Qualche anno fa abbiamo pensato più in piccolo e fatto un progetto di riqualificazione urbana molto interessante, per una realtà a noi molto vicina.
Sai, caro Diario, che a Viserba esiste un posto con vista mare, 180mq di sala, servizi igienici e un balcone che si affaccia sul lungomare più lungo del mondo. Da oltre 20 anni è abbandonato. Sto parlando del primo piano della palazzina Apt in via Dati 180, sopra i vigili urbani. Il progetto risale a poco prima della pandemia ed avevamo trovato chi faceva i lavori in economia, una linea di credito per la sistemazione degli infissi, un gruppo di volontari che avrebbe sistemato e pulito. Soprattutto c’era una forte volontà di riaprire uno spazio per tutti, con una sala dove fare eventi e incontri, modulabile nella dimensione e nelle funzioni. Ridare alla cittadinanza uno spazio dove incontrarsi e fare socialità ma anche turismo. Il progetto si chiamava Primo Piano 180 ed è stato l’embrione attorno a cui poi è nata l’associazione Quartiere 5.
Ti starai chiedendo come sia finita e perché non si è fatto nulla. Perché l’amministrazione ha messo a bando lo spazio vincolandolo ad una serie di lavori da capitolato comunale, con un costo talmente elevato e delle condizioni di utilizzo cosi restrittive da non poter rientrare mai e poi mai dell’investimento. Forse una modalità scelta appositamente per far saltare tutto e lasciare esattamente come è ora?
Vedi caro Diario, a volte la volontà e le idee non bastano, ci vorrebbe anche un po’ di politica".
Stefano Benaglia